Dettagli Recensione
Una storia meravigliosa nell'Italia del 1982
Un romanzo di formazione come non ne leggevo da un pezzo.
In realtà la definizione di genere a questo libro va un po' stretta. Ci sono troppi elementi in questo romanzo per una catalogazione semplice. Nello straordinario finale ci sono molte coloriture gialle e in parte "noir".
Ma quello che più conta è la costante tensione narrativa a cui Montanari tiene avvinghiato il lettore sin dalle prime pagine, lasciando presagire da subito che il racconto di questi pochi giorni di agosto del 1982 segnerà indelebilmente la vita dei personaggi narrati.
Una casa abbandonata, un naviglio milanese e quattro ragazzi dell'Italia dei primi anni ottanta: sono gli ingredienti per una vicenda che esplode in un capitolo conclusivo di grandi colpi di scena ed emozioni.
Montanari mi è piaciuto moltissimo (ammetto che sono alla mia “prima” per una sua opera). Alcuni passaggi sono davvero emozionanti e non possono che essere il frutto, oltre che di una capacità narrativa di alto livello, di una sensibilità speciale.
“In realtà ero un ragazzino malinconico, come tanti. Vagavo tra tristezze e abissi da cui oggi mi tengo bel lontano. La felicità che provavo, aveva sempre un che di provvisorio. Alludeva a qualcosa che sarebbe accaduto in futuro, quando fossi stato padrone di me e del mio mondo. Poi, quando il futuro è arrivato, ho scoperto che la felicità vera era quella che avevo vissuto allora. Avevo scambiato l’esecuzione per i preparativi: quella a cui avevo assistito a quindici anni non era la prova d’orchestra. Era già il concerto”