Dettagli Recensione
una lettera di vero amore
“Lettera a un bambino mai nato” è un monologo autobiografico della scrittrice Oriana Fallaci, nella quale si rivolge direttamente al suo futuro bambino, che come anticipa già il titolo, non nascerà mai. La protagonista è una donna giovane e in carriera, ma ecco che un giorno capisce di essere incinta, così comincia il soliloquio. Racconta al bambino le sue ansie, le sue paure, i suoi ragionamenti e ogni tanto condizionata dalle emozioni del momento gli impartisce lezioni di vita abbastanza spietate raccontandogli della propria vita, come quando da bambina ha visto una donna morire, o il padre torturato, oppure di come è rimasta delusa la maggior parte delle volte che era speranzosa di qualcosa. Si rivela tuttavia, una madre protettiva sin dalle prime pagine, i suoi dubbi sul tenere o meno il figlio non sono affatto legati ad una superficialità, come sembrerebbe inizialmente, ha avuto un’infanzia difficile, segnata dalla guerra e dalle ingiustizie, allora perché far nascere un bambino in un mondo crudele come il nostro? In un mondo dove le armi sostituiscono le parole e l’egocentrismo sostituisce l’altruismo?
Nonostante questo suo pensiero, non pensa nemmeno lontanamente ad abortire perché non è suo diritto porre fine alla vita di qualcuno, un bambino non è “un dente cariato da estirpare appena si presenta”.
Questo è il primo libro della Fallaci che leggo, e per iniziare non potevo sceglierne uno migliore. Il suo linguaggio è semplice e scorrevole ma conciso e diretto, così da restare impresso nella mente del lettore. Inizialmente dubitavo della protagonista e delle sue idee, ma ben presto mi sono ritrovata a comprenderla e quasi ad ammirarla, ho confrontato spesso i miei pensieri ai suoi e ho capito che questo scritto insegna. Insegna cos’è l’amore e il coraggio. Mi ha colpita il modo in cui la Fallaci descrive il dolore, un dolore vero di cui non si può fare altro che accettare con il tempo, mi ha colpita il modo schietto e deciso con cui spiega al bambino che la vita non è tutta rose e fiori, che bisogna lottare per una libertà che probabilmente neanche esiste. Mi piace proprio perché è un libro vero, lontano da inganni, è la prima madre che vedo (che sia in un libro, in un film o nella realtà) che racconta al proprio figlio le cose come stanno; come le ricorda anche il figlio lei non gli ha mai raccontato una favola, ma solo storie in cui la morale era sempre il dolore.
Il pezzo che più mi ha commosso è quello in cui per la prima e ultima volta a parlare è il bambino che cerca di consolare la madre esprimendo l’impressione che ha di lei. “Non è vero che non credi all’amore, mamma. Ci credi tanto da straziarti perché ne vedi così poco, e perché quello che vedi non è mai perfetto. Tu sei fatta d’amore. Ma è sufficiente credere all’amore se non si crede alla vita?”