Dettagli Recensione
Orizzonti di dolore
Il libro si apre con uno scenario apocalittico, da fine del mondo. E’ ambientato in una Sicilia devastata da un’epidemia, diventata spenta, vuota, grigia, silenziosa, pericolosa. Una distesa di cenere senza cibo né acqua. I protagonisti sono due bambini che intraprendono una lotta per la sopravvivenza. Il piccolo, inconsapevole e a modo suo gioiosa e giocosa. La grande, tutta volta a proteggere il fratellino dimostrando una forza ed un carattere che stupisce. Con l’aiuto di una guida che è il quaderno delle Cose Importanti, che la loro mamma le ha lasciato per dare loro ancore nei momenti di difficoltà. Bellissimo il rapporto fra i due fratelli, pieno di tenerezza e di vita. Pieno d’amore il simbolo di questo quaderno, con cui la mamma li vuole continuare a poter aiutare. Di rilievo anche due personaggi minori che Anna e Astor incontrano, il cane maremmano e Pietro, due amici fra gli orizzonti di dolore che si aprono in questa terra devastata, due boe che aiutano a contrastare il gorgo della vita che spesso ci tira giù in fondo in fondo. La piccola Anna suscita dolcezza e scalda dentro perché, così piccola, capisce troppo presto che l’amore è mancanza, che quando c’è da gioire la sua assenza diventa più dolorosa, che la vita è un insieme di attese, che la vita non ci appartiene, ma ci attraversa e che anche nelle piccole cose, come una scarpa, a volte occorre sperare per trovare la forza di camminare.