Dettagli Recensione
l'archivio segreto, meglio se resta segreto
E' una lettura imbarazzante, come tutte le performan's dei dilettanti. Se é vero che l'autrice é un'esperta di libri, si dimostra che esiste un abisso fra la conoscenza della critica letteraria e la capacità di scrivere un racconto.
In particolare l'impianto narrativo risulta artefatto, faticosamente costruito con trasparente scaltrezza.
Nel primo capitolo, che svolge la "fondamentale"funzione di guida interpretativa per la lettura dell'intero libro, i personaggi, che rappresentano ciascuno un'ideologia, appaiono ridicoli nella loro unidimensionalità. Addirittura patetico il colloquio della protagonista con i due turisti nel teatro di Marcello, il modello é quello dei dialoghi di Platone passando, forse, per Leopardi, cito da pag.141, parla la turista: "Le pietre vive? La memoria delle pietre? Ma che favole sono queste? Allora anche gli spiriti dei trapassati ci vivrebbero dentro? Uh, che paura avrei!Che ne dici tu Luigino? Perchè stai sempre zitto? Ma no, cara lei, son tutte fantasie, favole...chi ci crede al giorno d'oggi alle magie, al soprannaturale? Quel giovane laggiù... lo vede? Sa tutto di questi luoghi. E il nostro libro é attento a ogni dettaglio. Legga anche lei... Non si fa parola di pietre viventi."
La mancanza di autoironia é talmente grande che si commenta da sola.
Vi raccomando evitate accuratamente la lettura di questo testo.