Dettagli Recensione
La tentazione di essere felici di Lorenzo Marone
Un altro bellissimo romanzo, che ha per protagonista un vecchio e cinico rompiscatole, il cui tema centrale è il “non fatto”, i rimpianti, la solitudine, gli acciacchi fisici, la fine sempre più vicina. Cesare (il settantasettenne protagonista) finge molto con se stesso: ha bisogno di sentirsi diverso dai suoi coetanei e vive fregandosene del giudizio altrui, finché una faccenda di violenza domestica irrompe nella sua vita e lui, stavolta, non può sottrarsi dal partecipare e dall’intervenire in difesa della malcapitata Emma. A fare da contorno a questa vicenda i figli di Cesare, i suoi vicini, la sua “pseudo-compagna”. Insomma: un bellissimo romanzo, ben scritto, che ti incolla alle sue pagine fino alla fine. Trovo che Lorenzo Marone abbia fatto benissimo a cambiare professione e a buttarsi nella scrittura, perché è proprio il caso di dire che “è nato per scrivere”. Leggerò sicuramente i suoi due libri precedenti e anche tutti i successivi. Lo promuovo quasi a pieni voti (quasi, perché tutti 5 non li ho dati nemmeno all’impareggiabile Mazzantini). Bellissima anche la dedica inziale del libro:”Alle anime fragili, che amano senza amarsi”.
A chi non leggerà questo libro (pazzo!), scrivo alcune bellissime frasi, che mi hanno fatta innamorare pazzamente del vecchio Cesare:
“Diego non mi è molto simpatico, un brav’uomo, intendiamoci, ma quelli troppo buoni annoiano, c’è poco da fare”;
“Ho impiegato più di settantanni per capire che io sono lì, nel non fatto. La mia vera essenza, i desideri, l’energia e l’istinto sono conservati in tutto ciò che avrei voluto fare”;
“Nessuno può essere salvato se non lo vuole”;
“…Invece mia moglie è morta e se n’è lavata le mani. E meno male che l’egoista ero io”;
“Allora vuol dire che mi conosci poco. Tutto ciò che è surreale a me piace. E’ la realtà ad annoiarmi”;
“Poche volte ho saputo davvero ciò che desideravo e come raggiungerlo, per il resto ho navigato sempre a vista”;
“Quando il dolore altrui si avvicina troppo, cominci anche tu ad avvertire una fitta”;
“Crediamo che la vita non finisca mai e dietro l’angolo ci sia sempre la novità che cambierà tutto. E’ una specie di raggiro che facciamo a noi stessi, così da non prendercela troppo per un fallimento, un’opportunità svanita, un treno perso”;
“Si crede di non avere bisogno di nessuno, finché ci si accorge di non avere più nessuno”;
“E ora lasciami vivere quel che mi resta da vivere in modo bizzarro. Ho trascorso un’intera vita nella normalità e solo a sentirne il tanfo mi viene in voltastomaco”;
“Semplice, fin troppo. Tra un figlio e un marito si protegge il primo. Sempre”;
“Sai qual è la più grande stravaganza? Vivere d’istinti. Finirla di mettere inutili paletti mentali. Se segui il tuo istinto non sbagli mai”;
“Chissà perché è proprio quando non potremmo ridere che perdiamo ogni freno. Il riso incontrollato assomiglia al pianto, come questo si serve delle lacrime per liberare l’energia accumulata”;
“Non sono i legami di sangue a creare l’intimità, è la convivenza”;
“Il sospetto è l’ultimo tassello della lacerazione di un rapporto; quando giunge, molto è già stato perso”;
“C’è una grande differenza tra l’amore per una donna che non potrai mai avere e quello per una che hai. Il primo risplenderà in eterno, il secondo tenderà, invece, a spegnersi”;
“La voglia di gioventù è contagiosa, se ti circuisce non puoi più farne a meno”;
“…per vivere una vita davvero degna bisognerebbe prendere decisioni importanti ogni mattina. Purtroppo per me scegliere è logorante, e non l’ho mai fatto, è per questo che sono stato un incompiuto”;
“Non mi sembra giusto ma, in fondo, la giustizia è un concetto inventato dall’uomo, non esiste in natura”;
“Mi piace chi ama per primo. Mi piace chi sa chiedere. Mi piace chi sa amarsi. Mi piace chi combatte ogni giorno per essere felice”.