Dettagli Recensione
Il discorso del presidente
Felix è uno strano personaggio. Sembra un bambino autistico, ma non lo è. Il silenzio è, di fatto, la sua difesa. Vive due vite, una reale, fatta di poche cose, regolari e ripetitive ed una dedicata all’organizzazione della memoria e dei propri ricordi. In tanti momenti, durante la lettura, ti ricorda un po’ Forrest Gump. La sua vita ha una superficie ordinata e quasi geometrica ed il suo modo di fare, oltre che la sua storia, inducono alcune riflessioni in quanto le vicende si spostano sul piano anche della politica, anche se non quella reale. Sei portato quindi a riflettere sul significato delle parole, sugli intrecci politica e potere, sulla differenza tra retorica e sostanza. Tutto questo sta al centro del libro ma dà, a mio parere, molto poco al lettore. L’aspetto che mi è rimasto più impresso è proprio il tratteggio del carattere di questo bambino, poi ragazzo, poi uomo, che mi ha lasciato dentro una grande tristezza e mi ha fatto riflettere su quanto è difficile a volte per alcune persone esprimere il mondo che hanno dentro.
Indicazioni utili
- sì
- no