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Siamo due scemi. Le cose finiscono, poi.
Ambientazione fine anni 70.
Conosciamo Misia Mistrani attraverso gli occhi di Livio; difficile non notarla, con la sua aria luminosa, la sua naturalezza leggera, i suoi sorrisi, la sua speciale luce. Ne rimane folgorato nel freddo febbraio del 78; tutto ciò che sta accadendo intorno perde significato.
L’incontro rocambolesco..Misia che gli chiede il numero di telefono…Livio che non pensa ad altro che a rincorrerla. Misia che deve ripartire e tornare al suo lavoro al centro di restauro a Firenze, così terribilmente lontana da Milano.
Livio ventitré anni e una laurea in storia antica. Sfiducia e indecisione nel futuro. Carattere cordiale e ultra comunicativo, forse a compensare la solitudine della fanciullezza.
Beve, gesticola continuamente e grida invece di parlare.
Vive in un appartamento-corridoio di quarantadue metri quadri ricevuto in regalo dal padre a diciotto anni, mensole occupate da dischi rock e atlanti storico-geografici.
Quello che io definisco un “figlio di papà”… si alza tardi, gira in bici, dipinge per svago, mangia solo cioccolata che la nonna gli rifornisce. Insomma avrebbe tutto ma sente di non aver nulla perché sacrifici non ne ha fatti mai, dunque non si cura di ciò che ha.
De Carlo non approfondisce come sbarca il lunario né dove trova l soldi per la quotidianità.
Marco Traversi, amico dai tempi della scuola, lunghe chiacchierate sulla vita, il mondo, la storia.
Amici per compensazione; vedere nell’altro lo stesso genere di non-appartenenza, la stessa sensazione di sentirsi straniero in casa propria.
Marco certamente più attraente con i suoi capelli lunghi e i vestiti da musicista rock e il modo duro di trattare con gli altri. Sempre sospeso e a disagio; sempre con sentimenti e impulsi controllati. Livio esuberante e a suo agio nei contatti con le persone.
Si capiscono al volo i due amici e si sostengono reciprocamente.
Quando sono insieme la realtà invade il campo dell’immaginazione.
Ma attorno, tutto è buio e fermo. Come il caldo soffocante di quell’estate.
Poi accade.
Il film di Marco.
Le mostre di Livio, le esposizioni in galleria…
Scoprire che ciò che hai mente nasce in modo completamente diverso, inimmaginabile.
Alcune scene sono talmente ben descritte, con una tale calma e freddezza...capace immediatamente di riscaldarti i sensi e alzare l’attenzione.
“I disegni che fai sono fantastici, Livio. Perché non metti lì la tua energia… […]
Ho fatto una traccia a matita senza quasi riflettere, poi sono andato di getto con gli acquerelli.. Quello che veniva fuori era una specie di paesaggio travolto, colline non-familiari viste dal finestrino di una Ferrari lanciata al massimo, nuvole e prati e alberi e animali spazzati via dalla prospettiva in corsa. … gli accordi di Keith Richard ripetuti molte volte di seguito.”
“L’idea che mi avesse dedicato tanto tempo e tanta attenzione aveva smesso completamente di commuovermi; mi sembrava solo una manifestazione di invadenza…”
Scoprire quella familiarità, essere simili, molto più di quanto avesse capito, quella stessa qualità dei movimenti e la stessa temperatura di voce, lo stesso modo di cercarsi con gli occhi ogni pochi secondi e ricalibrare la propria posizione uno rispetto all’altro, lo stesso bisogno ricorrente di contatto, braccia toccate e capelli sfiorati, parole in cerca di risposte. Provare un forte senso di disagio.
“Lo spazio tra noi sembrava difficile da attraversare, non ci spostavamo di un passo. Poi ho fatto un mezzo gesto come per stringergli la mano, e lui mi è venuto contro e mi ha abbracciato: ci siamo battuti le mani sulle spalle e sulla schiena, stretti le braccia così forte da farci male. …sono anni…è pazzesco, pazzesco.”
Non ho bisogno di sapere chi è l’autore di questo romanzo. questo è il suo stile. nessun dubbio…
Il personaggio forte, trascinante, indipendente ma dipendente a sua volta; l’altro, potrebbe essere caratterialmente più forte, ma ne è talmente affascinato da sentirne solo la stima. Sarebbe così facile specchiarsi nell’altro e leggere le stesse paure e le stesse insicurezze, le stesse rabbie e frustrazioni, lo stesso odio e la stessa insofferenza.
Decidere inaspettatamente di lasciare e sparire..
E l’inevitabile recupero dei sentimenti e delle situazioni che prevalgono su tutto, perché sono atavici e non escludibili e fanno parte di te.
Quell’inevitabile vuoto di comunicazione, allontanarsi per anni, ripensando alle lunghe camminate accompagnate da dialoghi infiniti.
Vivere in giro per il mondo e non sentirsi mai veramente a casa.
Senso di mancanza e solitudine che non ti abbandona mai.
“Spero che tu continui a stare molto bene, ti mando tanti baci e tanti pensieri, in questo momento mi sembra che non ci sia nessuna distanza tra noi.”
“E’ un delitto, non sentirsi così a lungo. Siamo due scemi. Le cose finiscono, poi.”