Dettagli Recensione
Scene di vita quotidiana
Smamma, di Valentina Diana, un romanzo con il quale ho avuto un rapporto di amore e odio. L'ho cominciato con entusiasmo. Finalmente, mi dicevo, una madre che racconta le difficoltà di crescere e di vivere, soprattutto, con un figlio adolescente. Io, madre di un quattordicenne, mi ci sono fiondata tra le pagine. Come tutte le madri anche la protagonista e voce narrante ha un modello con il quale confrontarsi, quello di madre perfetta, ma non lo siamo e forse è proprio questo il nostro problema. Dovremmo smetterla di sforzarci, di tendere alla perfezione. Guardiamo le vite degli altri, la protagonista lo fa, i figli degli altri, come fossero la perfezione, ma nelle pieghe della loro vita spesso poi ci rendiamo conto che non è così. La protagonista compra Il manuale dello Specialista Tedesco, con la speranza di leggere e imparare come essere una madre "normale", brava, attenta. Quale madre non l'ha fatto? non l'ha sperato? Ma i figli sono un'altra cosa da quello che noi speriamo, da quello che noi progettiamo. Con una scrittura fluida, a tratti esilarante, senza nessuna pretesa di dire massime universali, la scrittrice ammette quello che ogni madre almeno una volta nella vita vita ha confessato a se stessa. "Chi diavolo siano queste creature impenetrabile che avete generato, e soprattutto come sia possibile che non vi assomiglino neanche un po'; da quale pianeta provengano e perché si aggirino per casa modificando lo spazio e il senso di tutte le cose, compreso quello della vostra esistenza..."
Il romanzo scorre leggero e brioso, scene quotidiane, semplici, vita di tutti i giorni che si dispiega nelle pagine: una torta da preparare, la tavola apparecchiata, il colloquio con le insegnanti, scene ordinarie, che con un figlio ribelle e scontroso, diventano straordinariamente complicate, ci mettono in difficoltà. Non mi è piaciuta la figura del figlio: non viene fuori. Resta ai margini del racconto, sebbene ne sia il protagonista. Non sono riuscita a sentirlo, a partecipare alle scene, che a tratti mi sono sembrate piatte, quasi che la guerriglia quotidiana sia più uno stereotipo che una realtà di fatto. Una cosa è certa: l'adolescenza e tutti i suoi problemi, è un'affare femminile. Siamo noi mamme che la subiamo di più. Anche se il compagno confessa una grande verità: "Non c'è un lieto fine nel rapporto tra una madre e un figlio adolescente,- ha detto G mentre girava lo zucchero nella tazzina.- Il lieto fine è la fine dell'adolescenza".