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Un doloroso segreto
Dire che sono rimasto colpito da questo romanzo non rende l'idea.
La lettura scorre, avvince, conquista, coinvolge ed appassiona. Ed alla fine i brividi sono tanti.
Conosciamo tutti Pupi Avati per i suoi film molto delicati e profondi, semmai non tutti riuscitissimi, ma sempre ricchi di quelle piccole ma forti emozioni.
Decido di leggere questo suo romanzo spinto dalla trama che mi sembra coinvolgente. E sin dalle prima pagine resto incollato al racconto!
La storia si sviluppa su due piani temporali. Nel presente ci troviamo di fronte a dei ragazzi del liceo, due personaggi le cui vite incrociamo normalmente, con le loro stramberie, le loro passioni amorose non contraccambiate, le loro faticose interrogazioni. Quando il protagonista Dedo entra in contatto con Giulio, un ragazzo appena arrivato in città e con grandi difficoltà a socializzare, si comincia a sentire la meraviglia di questo difficile rapporto di amicizia che nasce e matura. Dedo scopre che Giulio abita nel suo palazzo, addirittura nella soffitta di proprietà della sua famiglia e dove il nuovo amico vive solo con una madre schiva. Dedo pian piano prende a cuore Giulio con le sue difficoltà, i suoi impacci ed il suo ridicolo look, ma all'improvviso dal passato piomba violentemente un enorme e doloroso segreto che cambierà le vite di tutti.
Avati scrive in maniera deliziosa, elegante ed accompagna il racconto in maniera convincente.
Quello che più colpisce è la capacità nel trasmettere le emozioni più disparate in maniera profonda e sentita, dando ad ogni evento un'intensità unica. L'autore permette di entrare nella storia e di vivere le vicende in maniera sentita, sia quelle dolorose che quelle leggere ed anche i sorrisi che ci regala diventano tanti.
Devo appuntare l'attenzione infine su alcuni momenti, nei quali la scrittura diventa alta e affascinante. Qualche esempio:
"Fu in quel frammento di secondo della grande storia del mondo che si videro, senza intuire che da quello sguardo prendeva la rincorsa la giravolta definitiva delle loro vite".
"Provo ad allungare una mano e toccargli la spalla. Non si gira. E allora gliela lascio sulla schiena, come per dirgli ti voglio bene, ci sono qui io, per un tempo infinito. Che lo decidi tu."
Insomma, questo libro lascia il segno e regala al lettore la conferma di aver ritrovato ancora una volta il vero motivo per il quale ci tuffiamo in mezzo a queste pagine bianche con tanto inchiostro nero.
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Grazie ancora ed a presto!
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