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È tutta vita di Fabio Volo
Ecco l'ultimo romanzo di Fabio Volo: il primo da padre.
Già dalla copertina (un triciclo di legno rosso) si intuisce quale sarà il file rouge di questo nuovo libro del poliedrico scrittore bresciano. Schernito da alcuni, perché non sufficientemente "istruito", perché tratta temi futili e leggeri, perché usa un linguaggio semplice e non forbito.
È vero: Fabio Volo non è uno scrittore erudito, ma pochi come lui sanno farti immedesimare nella vita di tutti i giorni, rappresentata egregiamente in ogni suo romanzo. La vita delle persone normali, semplici, che vivono, però, una vita piena e intensa, come quella di ciascuno di noi.
In questo ultimo libro Nicola-Fabio è alla prese con la paternità: una cosa nuova, strabiliante, ma destabilizzante, che cambia completamente la prospettiva di ciascuno. Soprattutto delle madri, che da quel momento lo saranno per sempre, ma anche dei padri, che iniziano a vedere davanti a sé una "sconosciuta", perché il nucleo centrale della vita della donna da quel momento non è più il compagno, ma il figlio. La donna, appena diventata madre e almeno per i primi due-tre anni diventa figliocentrica e l'uomo, che pure se lo aspettava (ma non fino a quel punto) inizia a sentirsi escluso, quasi fosse un estraneo nella nuova coppia madre-figlio. All'inizio, quindi, una grande difficoltà di accettare questa nuova vita, di inserirvisi, di esservi partecipe. Un momento di grande crisi nella vita di quasi ogni padre, ma poi, con il tempo e con mille dubbi e riflessioni, si fa strada una nuova possibilità che gli permette di diventare un nuova persona. Di accettare l'inevitabile e di iniziare, pian piano, anche ad amarlo.
Non voglio dilungarmi, né esprimere la mia opinione, perché amando questo scrittore sarei di parte. Lascio a quelli che non hanno intenzione di leggere questo romanzo, alcune frasi rappresentative, anche se "scontate" che fanno capire il Volo-pensiero:
"Perché uscire, quando quello che desideravamo di più era già lì con noi? Non ci serviva altro, bastavamo a noi stessi";
"E se tu fossi innamorato di un'idea di me e non di quella che realmente sono?"
"Si dice che quando ti nasce un figlio una parte di te in quell'istante muore. E così è stato. Da quel momento io e Sofia non siamo più stati gli stessi, né come individui, né come coppia";
"Qualcosa se n'è andato con la conoscenza, con la confidenza, l'intimità. È svanito un po' di mistero. Il desiderio nasce da una mancanza, da un'assenza. Da qualcosa che non si ha e che si vuole avere. Se un'assenza diventa presenza, il desiderio svanisce";
"Dove ci siamo persi?" Ho pensato. La nostra vita era diventata una continua insoddisfazione, una quotidiana frustrazione";
"Ho pensato a come avevo usato male la mia libertà prima, mi sembrava di aver capito molte cose quando ormai era troppo tardi";
"Quando vivi con un'altra persona ci sono giorni in cui la sua presenza ti infastidisce. Non è necessario che ti abbia fatto qualcosa, solo il fatto di averla sotto gli occhi ti irrita. È come se tutto ciò che non va nella tua vita fosse colpa sua, e una parola di troppo o un piccolo gesto sono sufficienti per litigare";
"Ho avuto desiderio di abbracciarla, avevo bisogno di un rifugio, qualcosa di concreto come il suo corpo a cui aggrapparmi per scacciare quei pensieri";
"Leo (il figlio) ha cambiato i confini di ciò che si può chiamare presenza, lui è una costante anche quando non è con me. È impossibile essere veramente soli, sfuggire, è come se una parte del cervello fosse sempre dedicata a quel legame e non fosse concesso liberarsene";
"L'amore per i figli porta con sé una vulnerabilità infinita";
"Non vogliamo la libertà, ma l'idea della libertà, l'illusione di essere liberi";
"Quello che eri non esiste più, è un'illusione, un trucco della mente";
"Mi chiedevo se io amassi Sofia o l'idea della famiglia";
"Si potrebbe dire che l'amore non è che la gioia di perdersi e dissolversi nell'altro";
"... Ci sarà sempre una parte di lei che mi sfugge e forse è questo che ci tiene insieme, non tanto quello che sappiamo di noi ma quello che ancora dobbiamo scoprire";
"In momenti come questi, in cui non accade nulla di speciale, sento che ne vale la pena";
"Più proteggo la mia famiglia, più proteggo me stesso. Più mi occupo di loro, più mi sento al sicuro, dalle mie paure e da infiniti dubbi";
"Sentivo che lei era la destinazione giusta. Lei da subito è stata il mio angolo di senso";
"Da quando Sofia è arrivata le cose importanti hanno iniziato ad accadere. Ha reso reali le attese";
"L'amore di cui tutti mi avevano parlato mi ha invaso totalmente e ho capito che è la droga più potente e più pura del mondo".
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Anche io non ritengo Volo un letterato, ma apprezzo la sua capacità di osservare e riprodurre sotto forma di scrittura la vita di tutti i giorni. Si tratta solitamente di letture molto leggere e senza pretese, a me tendenzialmente piacciono i suoi libri, ma vanno sicuramente affrontati senza l'aspettativa di leggere un'opera letteraria. Pur trattandosi di libri molto commerciali ci trovo qualcosa di piacevolmente semplice e attinente alla mia vita. Non ho letto questo libro e non so se lo farò, ma ho apprezzato la tua recensione, chissà magari una lettura leggera in futuro.
Grazie e complimenti.
Saluti
Riccardo