Dettagli Recensione
Tutta una vita
Chiara, una figura femminile, è al centro della narrazione. Il romanzo, ripercorrendo la sua vita, potrebbe definirsi la biografia di un secolo , racchiusa in uno spazio e in un tempo ben definiti (Roma 1943-2013...), ma ben trafitta da altre geografie, da altre appartenenze culturali, dall’esito di altre esistenze e dal loro miscelarsi. La Storia condisce e amalgama gli ingredienti. Non è l’unica donna di cui si parla, le fa da contraltare Barbara, la mamma, ma soprattutto la figura o meglio il ruolo della donna in sé. Nel suo percorso di vita, al di là delle circostanze che contraddistinguono le singole individualità, la narrazione ha il potere di richiamare nelle donne il proprio percorso di vita nelle diverse età.
Chiara, nel suo, ha fatto delle scelte, si è affermata, ma prima di tutto autoaffermata, ha anche lei pagato quel pegno ( di incompiutezza, di rassegnazione, di accettazione infine degli esiti prodotti dalle sue scelte personali) che da giovani risulta essere il fardello più scomodo e meno accettabile sopportato dai nostri genitori. Chiara suscita tutta la comprensione che da un certo universo femminile può e deve giungere : la sua esistenza ( non fornisco dannose anticipazione , si andrebbe a snaturare l’esito voluto da scelte certe narrative e il piacere stesso della lettura)dedicata in fondo agli altri permette di riflettere su argomenti quali le dinamiche familiari, l’amore come donazione e come ricezione, il senso di autoaffermazione, le parabole esistenziali, le casualità che a volte le determinano.
Le reazioni umane rispetto agli eventi sono abilmente descritte in alcune possibilità anche nelle figure maschili: il padre Fausto, il fratello Aldo, il giovane Michele e lo stesso Renzo. Ho amato i più deboli, inutile negarlo, sia nella loro remissività sia nella loro insicurezza. Loro in un modo o nell’altro hanno gravitato intorno a Chiara e lei rimane il pilastro di queste esistenze o il polo d’attrazione o l’elemento principe.
Una scrittura sensibile e delicata gestisce un impianto narrativo originale e circolare che porta, a lettura ultimata, a riprendere in mano i primi capitoli la cui carica emotiva, a inizio lettura , non si poteva capire. Senza mai abbandonarsi a toni melliflui, la narrazione è capace di toccare le corde emotive ma in modo delicato e profondamente partecipato. Complimenti all’autrice.
Indicazioni utili
e a tutte le donne
e a chi l'otto marzo vuole rendersi originale regalando un libro, questo sarebbe consigliatissimo.
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