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Il pibe de oro
E' da tempo che non leggevo un romanzo così divertire. Ma attenzione, non è un romanzo comico, anzi è un'analisi profonda del comportamento umano abilmente raccontata con episodi, alcuni dei quali esilaranti.
L'autore ha una capacità descrittiva unica, si capisce sin della prime pagine quando descrive la cassiera del bar. In pochi versi la cassiera era proprio li davanti a me, con il suo modo frenetico di telefonare, fare cassa e prendere ordinazioni senza sforzo apparente.
Notevole come l'autore abbia citato innumerevoli volte l'Argentino, il Nano, il numero 10 dribblando il nome reale.
Il romanzo ci accompagna per un breve viaggio nel mondo del calcio. Naturalmente si parte dal bar, il pantheon per gli amanti del pallone, e si attraversa lungo un filo azzurro che passa attraverso i cuori dei tifosi. Il viaggio ci insegna che il calcio è amore e passione, un vero e proprio collante che tiene uniti amici e parenti. Il racconto però non si riduce solo al mondo del calcio, ma è l'incipit per frugare nei sentimenti della gente comune. Amore tra padre e figlio, amore per una ragazza, amore per il proprio lavoro, amore per il calcio. Questi sentimenti non possono essere presi singolarmente perché sono tutti presenti e mescolati in ciascuno di noi.
D'altronde spesso il calcio viene paragonato a 22 uomini in mutande che inseguono un pallone. Questo è vero però questi 22 uomini sono spesso diversi tra di loro per età, razze, religioni ed estrazioni sociali. Se si aggiungono i 30 mila e più tifosi da stadio ed i milioni che sono in casa che si abbracciano ed esultano insieme allora si fa presto ad arrivare ad una moltitudine eterogenea che vive all'unisono anche solo per un giorno. Una manna per il cuore direi, specialmente in questi giorni tragici.