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Una piuma è fatta per volare
Giorgio Faletti saluta i suoi lettori con una fiaba leggera come “La piuma” in un libello illustrato da Paolo Fresu.
E segue il circuito aleggiante della piuma (“Forse era la penna remigante di un’aquila albina o forse addirittura una delle penne timoniere di una mitica fenice o forse… era semplicemente frutto di un’illusione”), che vola di tappa in tappa presso uomini che non hanno tempo, pazienza o interesse per le cose che hanno intorno.
Così la piuma è invisibile al Curato e al Cardinale (“Le sue preghiere… non riuscivano nemmeno a sollevare… una piuma così leggera”), alla Ballerina Innamorata (“Persa nel labirinto delle sue palpebre abbassate non riusciva a vedere nulla”) e ad altri personaggi che sono troppo assorbiti dal proprio ego per penetrare la realtà. Parimenti la piuma affascina l’Uomo del Foglio Bianco, ossia una persona perennemente alla ricerca di se stesso nella realtà circostante (“Ebbe la tentazione di tuffarla nel calamaio e iniziare a tracciare sulla carta il mistero della conoscenza e la magia del trasmetterla ad altri”).
L’importante – sembra suggerire Faletti con il suo apologo – è rispettare la natura delle cose, che devono realizzare la loro essenza nel modo forse più ovvio (“Il volo della piuma divenne il suo cammino”): la piuma deve semplicemente stare nelle ali che consentono di volare a chicchesia…
Giudizio finale: etereo, elementare, malinconico.
Bruno Elpis
PS: le illustrazioni non mi sono piaciute…
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