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Forse cercavi
 
Forse cercavi 2015-11-15 14:42:08 Farne
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Farne Opinione inserita da Farne    15 Novembre, 2015
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Ha appena tweettato una recensione

Un gruppo di giovani videomaker riaffermano il loro diritto creativo, ed il loro nome diventa virale. Le case di produzione li "snobbano", ma arriva una grande casa editrice a proporgli il progetto di un libro. Può sembrare la rocambolesca storia di un romanzo all'italiana, ma grossomodo è ciò che capita al collettivo ZERO autore di questo piacevole spaccato della generazione due/tre/quattro/ennepuntozero, dipende dal calendario.

Filippo è il classico giovane laureato italiano, sottopagato, svolge un lavoro che potrebbe essere molto vicino a quello dei suoi sogni, a quello per cui ha studiato, ma così non è. Un giorno decide di farla finita. Naviga tra Google, Wikipedia e Yahoo Answer per trovare il miglior metodo per suicidarsi. Tra risposte salienti, percentuali e like decide di impiccarsi alla Ian Curtis.

Un barattolo di Nutella diventa la sua ancora di salvezza, la scusa per fuggire, l'ultimo sussulto di vitalità. Una cucchiaiata densa di crema alla nocciola si trasforma in un atto di protesta, la rivendicazione del proprio io, del proprio essere vivo. Una nota sullo smartphone, una x sul calendario ed è fatta. Un ultimo mese prima della fine. Filippo si regala questi trenta giorni in cui fare qualsiasi cosa, per "vivere" pienamente, tra post su Facebook, selfie su Instagram e pasticche in discoteca.

Totalmente inseriti nella meccanica social network ZERO costruiscono un romanzo2.0 in cui la classica narrazione è accompagnata, se non rimpiazzata, da chat, sms, post e tweet. Un romanzo virale che perfettamente coglie e rappresenta i miti, gli stilemi l'antropologia dei ragazzi di oggi.

"Forse cercavi" non è un capolavoro, gli ZERO non sono scrittori, e la qualità del dettato non è sicuramente eccelsa; ma riescono a proiettare il linguaggio di YouTube, di internet, dei social, su carta, in maniera fresca, scorrevole e divertente. Una storia drammaticamente precaria, che con cinismo, humor e autoironia diventa virale.

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