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Confidenze
Il libro narra di un incontro significativo fra Alberta e Annalisa, iscritte, in età diverse, alla Facoltà di Lettere nell’ateneo milanese. Le due donne si accompagnano nel divenire consapevoli di sé, delle relazioni, dell’essere politica, oltre che del proporsi in politica.
Si riconoscono, una nell’ ”età dell’egoismo e delle certezze”, l’altra “troppo saggia per star dietro a sogni improbabili e dedicare tutte le sue energie al presente.” (p.32.) Albi “non viveva il tempo dei sentimenti ma l’attimo delle emozioni”(p.104), e Lisa sa “che ci sono desideri che ci teniamo nascosti, che possiamo sfuggire per giorni, e mesi, e anni, ma basta un luogo, una persona o uno stupido pomeriggio da niente per farli tornare, e così sia.”(p.110.
Confidenze, ricordi, veleni e silenzi per discutere di pregiudizi sulle donne e sulla vita di coppia, di mariti anaffettivi, di genitori e figlie e figli, ovvero, di autorità e adolescenze.
E così le storie personali sono storia politica.
Rispetto all’urgenza dei compleanni, è lento il cammino delle donne, come è lenta la gestazione e l’evoluzione umana. Età indulgente ed età arrogante ed intransigente: ci si incontra, ci si intende, poi basta, perché il quotidiano ingoia anche se non ci si dimentica mai e, al rivedersi, è sempre una festa sincera.
Alberta e Annalisa vivono le vicende storiche, dal ’92 di Mani Pulite al 2007, anno in cui nasce il PD. Ritrovano assieme le idee, le certezze, i discorsi per arrivare alla resistenza civile dei girotondi: il 26 gennaio 2002 alle 14.30 al Palazzo di Giustizia di Milano, vince la convinzione che “se la fai partecipe la gente ci sta”. Oltre la tentazione e la paralisi di quelle persone preoccupate di rispondere contrapponendosi, più che di capire, prima di costruire schieramenti.
Intuiamo che la bellezza è nella onestà della mancanza, dell’incomprensione, dell’attesa, della conflittualità, della frustrazione che, vissute fino in fondo, offrono l'idea di una rinascita possibile.
Mai vorremmo, alla nostra età, con la nostra bellezza, niente.
“La nostra età, la tua di oggi, la mia di allora, ha una bellezza che le donne non devono perdersi. Si cominciano ad apprezzare i chiaroscuri. E guarda che è una conquista, non una sconfitta. E si comincia a fregarsene dell’approvazione degli altri.”pp.194/95
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