Dettagli Recensione
Farò vincere l'urlo sulla parola.
La Sposa – Mauro Covacich, 2014
Per vendicarmi farò vincere l’urlo sulla parola.
(da “Cattive Madri”)
Raccolta di diciassette racconti di un autore che non conoscevo, ma di cui avevo letto un paio di recensioni intriganti. Non sono (ero?) una grande lettrice di racconti, ma credo che sia il momento di invertire la rotta; sto lentamente scoprendo e riscoprendo che il racconto offre allo scrittore e al lettore infinite possibilità che spesso sono precluse agli archi narrativi più lunghi. Ti regala il tempo, per dirne una. E la possibilità di “lavorare” molto di più sul materiale che hai davanti (in un racconto, in genere, ci sono molto più “prima” e “dopo” rispetto ad un romanzo).
Qui abbiamo un sottile filo che lega le singole storie che può essere appassionante ricercare sentendosi un po’ Sherlock Holmes (un altro che dà il meglio nei racconti) e una serie di riflessioni un po’ allucinate (ed allucinanti).
E – la cosa che ho amato di più – piccoli ritratti folgoranti di comuni nevrosi e di più rare (fortunatamente) psicosi. L’attesa. La maternità e la non-maternità. L’isolamento. La violenza. L’abbandono. Il disadattamento sociale. Il controllo.
In alcuni racconti abbiamo anche la “sorpresa” finale (alla Romagnoli in “Navi in Bottiglia) che alle ultime righe ribalta il punto di vista che abbiamo avuto (che l’autore ci ha fatto avere) fino a quel momento. Altre volte le ultime righe ti riportano alla vita reale, concreta, di cronaca.
L’autore lavora su fatti di cronaca, intorno a quali crea una corte di figuranti e protagonisti.
Riannoda, se vogliamo, i fili smagliati che partono dal vicino di casa “tanto una brava persona” al “mostro sbattuto in prima pagina”; e lo fa senza indulgenza, buonismo, accanimento. Con uno stile molto asciutto e pulito, nel quale si concede di tanto in tanto qualche author’s corner.
L’esempio che ho preferito è in “Tor Bella Monaca” scritto insolitamente in seconda persona e perfetto ritratto di horror vacui, ma pieno di convinzioni ferree, intervallato di tanto in tanto dall’autore che commenta con “(ma tu non sai)” il disperante abbrutimento del protagonista.
Mi piacerebbe commentare più nel dettaglio ogni racconto, ma penso che non mi sarebbe affatto piaciuto leggere i commenti prima di leggere i racconti, quindi mi autosospendo, però consiglio assolutamente la lettura.
Per parte mia, cercherò altro di questo autore.
Indicazioni utili
L'Armata dei Sonnambuli - Wu Ming.
I Racconti di Femoglio.