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Viaggio nella terra desolata
“È la cronaca nuda e cruda dell’Apocalisse [....] . Ma Pietro non sapeva cosa fosse l’Apocalisse.
-È quando muoiono tutti perché Dio ha detto stop. Vi ho dato un gioco e voi lo avete rotto. Vi ho dato un pianeta bellissimo e voi lo avete ridotto una merda.”
In queste parole è uno dei temi dominanti dell’ultimo romanzo di Niccolò Ammaniti, un romanzo che procede per antitesi, ponendo a confronto la vita e la morte, lo spirito e la materia, la bellezza e la devastazione. A una Sicilia che conserva panorami mozzafiato e ambienti naturali incontaminati
si contrappone un’isola colpita da un virus letale che ha seminato morte e distruzione. Tra cadaveri in putrefazione, mucchi di immondizie, negozi saccheggiati, automobili abbandonate, Anna intraprende il suo viaggio con il fratellino Astor e il cane Coccolone, alla ricerca di un luogo sicuro, non infestato dal virus, col solo aiuto di un quaderno di istruzioni lasciatole dalla mamma prima di morire. Di fronte alla morte Anna reagisce con forza e coraggio. Della madre tenta di portare con sé parte del suo scheletro, pur rendendosi conto che l’essere umano diviene mera materia, nel momento in cui l’anima l’abbandona. È consapevole Anna che la sua vita terminerà nel momento in cui diventerà donna, perché il virus colpisce solo gli adulti. Ed è questo l’altro tema dominante del romanzo, la contrapposizione tra l’innocenza dell’infanzia e la contaminazione dell’età adulta.
E tuttavia, é la storia stessa in sé, nel suo complesso che ci induce a pensare che il mondo, comunque, non può sopravvivere senza gli adulti, unici garanti del perpetuarsi del ciclo vitale.
In questo viaggio drammatico durante il quale si alternano esperienze spaventose e raccapriccianti a momenti di tenerezza, Anna conosce il primo sentimento d’amore per Pietro. “[.....] Adesso capiva cos’era l’amore, quella cosa di cui si parlava tanto nei libri della mamma. L’amore sai cos’è solo quando te lo levano. L’amore è mancanza.”
Il tempo vissuto da Anna sembra espandersi, le ore, i giorni, i mesi, sembrano amplificarsi nei suoi lunghi interminabili viaggi a piedi su sentieri, strade, autostrade, fino alla conclusiva traversata dello stretto che dovrebbe consegnarla a un mondo migliore. Anna vuole con la sua forza e la sua determinazione essere la celebrazione della forza stessa della vita.
Il tema del romanzo non é certo nuovo nella storia della letteratura, nella fattispecie nella letteratura straniera, come ne “Il signore delle mosche” di William Gerald Golding.
La prosa di Ammaniti colpisce talvolta per la crudezza delle immagini che evocano contenuti “pulp”.
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il tema è talmente tanto conosciuto che è difficile scrivere qualcosa di nuovo, molto difficile
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Un cordiale saluto.