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Un nero romanzo di formazione
Partiamo da una premessa: io adoro i romanzi di formazione. Perché le nostre vite, a volerle riportare su carta, non sarebbero altro che dei lunghi romanzi di formazione, alcuni avvincenti, altri dolorosi, altri tragici altri divertenti.
Il regno degli amici nasce come romanzo di formazione, ambientato nella Milano del 1982, quando l'Italia aveva appena vinto il Mundial di Spagna (uno dei momenti più belli della mia vita!) ed il sedicenne Demo scopre, con i suoi amici, una casa abbandonata in riva ad un naviglio. Il gruppo di amici si impossessa di questa casa che diventerà, per l'appunto, "Il regno degli amici". Qui i ragazzi conosceranno una ragazzina che diventerà il centro delle loro attenzioni e molto altro.
Quando meno ce lo si aspetta, il racconto vira verso il noir, anche abbastanza forte, e questa caratteristica finisce con il dare a questo romanzo di formazione una valenza differente, più oscura, ma sicuramente più avvincente. Durante i momenti topici del racconto, le pagine scivolano via velocissime, anche grazie alla scrittura molto lineare, ma anche affascinante di Montanari. Si comprende che all'autore piaccia descrivere alcune figure maledette e che si trovi a suo agio nel tratteggiare i personaggi con le loro miserie.
Ed anche se tra le ultime righe si affaccia la speranza, non aspettatevi un vincitore, in questo libro non c'è.