Dettagli Recensione
Vite disperate
Questo romanzo di Parazzoli mi è parso un po’ ostico e frammentario, certamente fuori dagli schemi tradizionali alla quale sono abituato, sembra quasi un collage di storie frammiste a ricordi, sogni, visioni e immaginazioni.
Bello a mio avviso il colpo d’occhio su Milano, uno sguardo sapiente e piacevole sulla città in cui sono nato e vivo. Interessante anche il punto di vista utilizzato, quello degli ultimi, degli emarginati, dei clochard, l’autore ci porta nel loro mondo, nella loro realtà, ci presenta le loro vite spesso a metà tra realtà e pura fantasia, sogno, “follia”.
Mi sembra di vedere Moses, a tratti credo si sapere chi sia, forse Parazzoli descrive proprio quel clochard che vedo spesso sotto la vetrina della Chicco in piazzale Loreto, sicuramente ha preso ispirazione da lui, e questo mi è piaciuto molto perché ho avuto ben chiaro il suo aspetto durante tutta la narrazione.
Il tono delle vicende è abbastanza triste, la morte è molto presente in tutta la storia, i suicidi, la miseria, la disperazione, la solitudine sono il filo conduttore delle vicende raccontate.
La narrazione è particolare e secondo me poco fluida, a tratti ho fatto fatica a seguire le vicende e in questi casi non mi appassiono molto alla lettura.
Milano però è ben descritta, alcuni episodi storici altrettanto interessanti, la parte finale è un misto di delirio, immaginazione e visioni allucinatorie dovute probabilmente agli effetti di droghe.
Un libro diverso dal solito, che mi è piaciuto a tratti, ma che non mi ha completamente convinto.
Indicazioni utili
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