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Il pendolo di Foucault
 
Il pendolo di Foucault 2015-09-22 12:09:14 enricocaramuscio
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    22 Settembre, 2015
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Quando il gioco sfugge di mano

Dai Templari alle logge massoniche, dai Rosa Croce ad Hiltler, passando per Gnostici, Cabalisti, Catari e Assassini di Alamut, Umberto Eco ci catapulta in un intricato viluppo di religione e cultura, di mistero ed esoterismo, di filosofia e superstizione, rivisitando con grande stile e con un’abbondante dose di sarcasmo le varie “teorie del complotto” e, in base ad esse, proponendo nuove chiavi di lettura per interi secoli di storia. La suspense da thriller e i tumulti da libro d’avventura si uniscono alla qualità della scrittura e al fascino degli argomenti trattati, nonché ad un aspetto prettamente umano non certo di secondo piano, sviluppato attraverso le esperienze presenti e passate dei tre protagonisti. Negli uffici della casa editrice milanese Garamond, Jacopo Belbo, Diotallevi e la voce narrante Casaubon sono alle prese con un singolare progetto editoriale volto a promuovere un nuovo filone letterario di carattere esoterico. L’obiettivo del trio è quello di creare curiosità in lettori, scrittori e appassionati di questo genere, reinterpretando a modo loro, nonché con una massiccia dose di fantasia, eventi storici, testi occulti, teorie e fantomatici complotti, riconducendo tutto ad un criptico “Piano” ordito da forze misteriose. Il gioco però finisce per sfuggire loro di mano e il limite tra realtà e finzione si rivelerà talmente sottile da diventare pericoloso. A queste macchinazioni e alle loro rocambolesche conseguenze si affiancano le vicende personali dei protagonisti: gli amori e gli studi di Casaubon, le manie e la malattia di Diotallevi, gli episodi d’infanzia ed i tormenti sentimentali di Belbo, avvicinano i tre personaggi al lettore, alleggerendo la lettura e rendendola più umana ed amena dopo pagine e pagine di misticismo, citazioni e rievocazioni sicuramente di grande spessore ma non sempre di piacevole lettura, spesso anzi ripetitive e poco interessanti. Alle vicissitudini dei nostri eroi fa poi da sfondo un’intrigante spaccato di storia italiana che va dalla Resistenza agli Anni di Piombo, passando per il Dopoguerra e il Sessantotto, volutamente non approfondito dall’autore ma usato come avvincente e ben accetta scenografia. Umberto Eco gioca con la cultura e con il misticismo, tenendosi in equilibrio sul labile confine che divide il razionale dall’illogico, lo scetticismo dalla cieca credulità, le radicate convinzioni dalla voglia di fare nuove scoperte, invitando il lettore a non fermarsi davanti a ciò che gli viene raccontato ma anche a non prendere troppo sul serio teorie seducenti e misteriose che troppo spesso non sono altro che squallidi ed interessati specchietti per le allodole.

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Commenti

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mai letto. continuo a dirmi che toccherebbe a lui, poi cambio obiettivo.
bravo
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Matelda
23 Settembre, 2015
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Cara Paola, io l'ho letto in passato e non mi ha entusiasmato : un abilissimo mix .
Matelda
23 Settembre, 2015
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Otima recensione . Come ho detto a Paola , si tratta di un abilissimo mix di varie teorie , elaborato da un letterato moto abile e molto colto. Ma già ai suoi tempi non mi entusiasmò.
In risposta ad un precedente commento
paola melegari
23 Settembre, 2015
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grazie- Il nome della rosa -, per me è stato un gran romanzo , penso che lo rileggerò per la terza volta.
ciaooooooo
Vi ringrazio. A me è piaciuto, ma Il nome dela rosa effettivamente resta il miglior libro di Eco tra quelli che ho letto.
ciao Enrico, nei giorni scorsi mi ero persa questo tuo commento a Eco.....
questo titolo mi attira da sempre, ma non ho un buon rapporto con l'autore e il contenuto mi spaventa molto,,
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