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Brucia la città
 
Brucia la città 2009-03-10 18:40:45 marco giacosa
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Opinione inserita da marco giacosa    10 Marzo, 2009

Copiatura oppure omaggio?

Come giudicare Brucia la città? Non lo so, intanto inizio. Non lo so per due motivi: 1) io amo visceralmente la narrativa di Bret Easton Ellis. 2) io amo scrivere i dettagli del quotidiano inteso come oggi anno 2009: nomi di strade, nomi di locali, marche, rimandi a personaggi realmente esistenti. Che è un po’ ciò che fa Bret Easton Ellis, per questo quando lessi la prima volta 16 anni fa American Psycho rimasi folgorato da quello stile, da quel modo narrativo tutto suo, dal coraggio di romanzare - rendendolo storia - il presente puro e le pieghe dell’iperrealismo.

Giuseppe Culicchia traduce Ellis per Einaudi. Lo ama, è evidente. Ne è risucchiato, è chiaro. Più prosaicamente: lo copia, ne copia stile e incedere, ritmo e oggetto, insomma Anna Zinola su Fb lo definisce non a torto “Il B.E.Ellis di Porta Palazzo“: Torino non è Manhattan, ma più che AP, Brucia la città rimanda a Meno di zero. Esplicito è anche il messaggio complessivo, globale, finale del protagonista DJ Iaio: sono solo. Le stesse, identiche, parole del protagonista di MdZ, nonché di Patrick Bateman.

Che poi uno tende a sopravvalutare e a sovrastimare uno scrittore che pubblica quasi un libro all’anno e scrive su La Stampa e traduce per Einaudi, che magari ha copiato appositamente al fine di coinvolgere chi non è stato (ancora) raggiunto dal verbo dello scrittore americano. Chissà. Non ho il piacere di conoscere Culicchia, qualora leggesse e volesse invitarmi per un caffè ci andrei volentieri. Perché vorrei chiedergliene di cose: hai scientemente copiato, hai inconsapevolmente preso (troppo) spunto, o hai voluto rendere omaggio allo scrittore americano? A seconda della sua risposta, il mio giudizio sul romanzo cambia, ovviamente.

Ma prendiamolo per quello che é: la storia di Iaio e dei suoi amici, tutti DJ, che si sfiniscono nelle nottate torinesi a ritmo di cocaina, musica e sesso. Iaio, “fintopovero” per sua stessa definizione, cerca la sua fidanzata Allegra, e intanto gira vernici in gallerie d’arte, pranzi in zona Tre Galli, weekend in Liguria e a Bardonecchia a bordo del suo Suv da cui è letteralmente sedotto.

Chi non conosce B.E.Ellis, chi ama Torino, chi ama sballarsi, potrebbe seriamente innamorarsi di questo romanzo che, in fondo, mi è piaciuto.

Voto: 7,25/10

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bret easton ellis
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