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IL FU ETTORE MAJORANA
Propedeutico alla lettura di questo breve saggio di Sciascia intorno alla scomparsa (o morte?) del celebre fisico Ettore Majorana, potrebbe esserci “Il fu Mattia Pascal” di Pirandello.
Varie infatti sono le similitudini e le analogie, riproposte dallo stesso autore, che accomunerebbero Majorana con Mattia Pascal: innanzitutto il senso di estraneità e di incomprensione dell'individuo rispetto al proprio mondo ed alle persone che lo circondano, ma soprattutto la possibilità di scomparire, di farsi invisibile agli occhi di parenti, amici e conoscenti, giocando sulla propria morte. Se nel caso di Mattia Pascal la presunta morte è però frutto di un evento fortuito poi sfruttato dal protagonista per rifarsi una vita, nel caso di Majorana si tratta invece di una morte inscenata e ben congegnata attraverso l'invio di false missive.
Questa è in sintesi l'opinione di Sciascia, che rifugge tanto dalla teoria dell'omicidio e del complotto, quanto da quella del suicidio. L'autore infatti ritiene che sia la scomparsa la tesi più probabile e verosimile, tenuto conto dell'intelligenza dello scienziato, del suo carattere schivo e taciturno e soprattutto del fatto che Majorana, prima di tutti gli altri fisici suoi illustri contemporanei, a partire da Enrico Fermi e continuando con il collega tedesco Heisenberg, aveva intuito e previsto le tragiche conseguenze ed implicazioni insite negli studi sulla fissione nucleare. In parole povere aveva prefigurato lo scenario di morte che sarebbe derivato dall'impiego della bomba atomica. Majorana vede nella scienza una trappola pericolosa e micidiale che si innesca quando si superano certe barriere e pertanto decide di non esserne complice. E' un personaggio dotato di un'intelligenza prodigiosa, capace di fare a gara con Fermi sviluppando a memoria formule e dimostrazioni matematiche, ma allo stesso tempo non ama le luci della ribalta, non desidera diventare famoso e pubblicare i risultati delle sue scoperte tanto meno quando capisce in anticipo le conseguenze nefaste di una scienza al servizio della politica e della guerra.
Peraltro lo stesso Sciascia si trova ad assumere la medesima posizione e per farlo cita le parole di Camus: “Vivere contro un muro è vita da cani. Ebbene gli uomini della mia generazione e di quella che entra oggi nelle fabbriche e nelle facoltà, hanno vissuto e vivono sempre più come cani. Grazie anche alla scienza, grazie soprattutto alla scienza”. Sciascia, nello scrivere questa breve opera nel 1975, ha avuto il coraggio di esprimere un'opinione un po' fuori dal coro portando avanti la tesi relativa alla scomparsa di Majorana. Tesi che proprio recentemente quest'anno è stata ulteriormente avallata e ritenuta plausibile da nuove testimonianze, che propenderebbero per una fuga del fisico in Venezuela avvenuta all'epoca della sua presunta morte.
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Complimenti : trovo molto interessante il tuo commento.
Anche a me il libro è piaciuto. La tua recensione è un invito a rileggerlo.