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Contagio fatale
Bianconi, nel suo secondo libro, come in alcuni dei suoi testi musicali, ci offre una sua visione della morte, presentandocela, in una "Milano da mangiare", come verrebbe presentato un piatto all'Expo 2015, evento a cui viene fatto spesso riferimento tanto nel libro quanto nella reale società, per rispecchiarla quanto per criticarne le tendenze. Cibo e morte, infatti, sono i temi centrali della storia, del percorso che fa di un uomo un morto vivente. Questo "morto vivente" è Ivan, aspirante poeta che deve la sua fama alla scrittura di una serie tv sugli zombi; solo dopo un evento tragico e imprevisto coglierà il senso della sua creazione, e allora sarà immediatamente e inevitabilmente trasformato e agirà in automatico, come un uomo che venga morso dai resuscitati, "per il raggiungimento di un unico osceno obiettivo".
Adatto a chi cerca un assaggio, a chi sa gustare ma anche criticare.
Il mio voto è 3 sia per stile che per contenuto che, infine, per piacevolezza, perché, nonostante l'originalità di alcuni aspetti della trama (per cui consiglio la lettura), non mi ha colpita né emozionata abbastanza da meritare un 4.