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Una strada in salita che pero` finisce in discesa
“La Variante di Luneburg” e` un romanzo che si incentra sulla psiche dei due personaggi principali analizzandola con l’ausilio del gioco delli scacchi.
La trama e` a grandi linee divisibile in due ampie sequenze di flashback intervallate dal racconto principale dei giorni precedenti all’omicidio di un imprenditore tedesco: la prima parte e` dal punto di vista di uno dei personaggi, mentre nella seconda subentra la voce narrante principale che si era gia` incontrata all’inizio. L’autore riesce a catturare l’attenzione del lettore fin dalle prime pagine del libro, riuscendo nel fantastico intento di farci vedere il gioco degli scacchi da un nuovo punto di vista, quello di un’attivita` apparentemente innocua che fa da maschera allo “sport piu` violento che esista”. Ci si ritrova catapultati nella mente di un vero maestro che riesce abilmente a spiegare anche le piu` assurde varianti a chi, come me, sa poco o nulla degli scacchi e non ha mai avuto la fortuna di giocarci. Verso la seconda meta` del libro, pero`, il racconto inizia a farsi piu` cupo introducendo i problemi dell’antisemitismo e, infine, culmina nell’orrore dei campi di concentramento. Questa parte mi e` risultata abbastanza noiosa da leggere in quanto, oltre ad essere parecchio scontata in alcuni punti ed inverosimile in altri, non mi ha comunicato alcuna empatia, anzi, nonostante fosse raccontata dal punto di vista di uno dei prigionieri, sembrava vissuta da qualcuno esterno, addirittura completamente estraneo al dolore e alle sofferenze che quelle persone hanno dovuto subire. Nel finale non tutto viene spiegato e, a mio parere, vengono tralasciati alcuni punti importanti che invece si sarebbero dovuti almeno accennare. La conclusione risulta affrettata ed estremamente prevedibile, tant’e` che verso pagina 100 ormai avevo gia` immaginato come sarebbe andato a finire il libro.
Il punto forte di questo racconto sarebbe dovuta essere l’analisi psicologica dei personaggi principali, i quali pero` risultano essere abbastanza stereotipati e prevedibili, piani e carenti di profondita`.
Lo stile, comunque, e` abbastanza piacevole e leggero anche se cala bruscamente verso la fine, risultando pieno di ripetizioni a causa di alcune scene abbastanza noiose ed inutili che si sarebbero potute evitare e sostituire con qualcosa di piu` adatto che avrebbe aiutato a mantenere la bellezza e la misteriosita` della prima parte del racconto.
Consiglierei vivamente questa lettura se non fosse per il finale che mi ha lasciata abbastanza perplessa e a tratti annoiata. Tutto sommato, pero`, si puo` chiudere un occhio in quanto “La Variante di Luneburg” si presenta come un buon libro, una lettura abbastanza piacevole che non mi sento di sconsigliare, ma neanche di consigliare.
Commenti
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Trovo sostanzialmente condivisibile la tua analisi. A me il libro è piaciuto poco soprattutto perché mi è sembrato un prodotto confezionato 'a tavolino' , mentre a me piacciono le opere che si fanno percepire come scritte sotto la pressione, o per l'ispirazione, di esigenze espressive profonde dell'autore.