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FAI BEI SOGNI, PICCOLINO!
E’ la prima volta che leggo un libro di Gramellini.
C’è qualcosa nel suo stile che non appaga completamente. Leggendo il commento di mia88, capisco che forse è troppo giornalistico.
Si legge piacevolmente, è breve , ironico fino ad essere graffiante, talvolta. Riesce ad esprimere emozioni e sentimenti forti, senza trasmettere la sua emozione, come se quel bambino a volte non fosse proprio lui, il piccolo Massimo.
La sua difesa nei confronti del dolore, di quel grande vuoto, lasciato dalla perdita della madre, vuoto mai colmato da nessuno. Forse è proprio il dolore a renderlo così freddo e ironico.
Il padre pur essendoci, non riesce a dare a Massimo ciò di cui necessita, nemmeno attraverso una tata amorevole, nemmeno attraverso persone come Madrina ,amica di famiglia, facendo in modo che non sia più la benvenuta nella sua casa. Il dolore lo rende ceco ed egoista.
Massimo se la deve cavare da solo, con le sue paure, quel Belfagor, dentro di lui che gli tira fuori il peggio.
(confesso che da bambina Belfagor, il fantasma del Louvre, per intenderci, faceva proprio paura anche a me).
Anche per Massimo verranno tempi migliori, quando incontrando la donna della sua vita, sarà amato ed aiutato, ma soprattutto capito.
Un libro che ci aiuta a valutare ulteriormente cio’ che i genitori ci danno, pur commettendo molti errori,
pur con molte debolezze ma anche se a volte non sembra, con la piena buona fede.
Anche se non lo voto pienamente, lo ritengo una lettura interessante.