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Signora Madre
Un fagotto piangente posato sulla soglia, il figlio di un atto impuro, di un abuso, del denaro prostituito, della poverta' che non puo' sfamare.
Una neonata che sara' protetta ed educata nell'Ospitale; le suore raccolgono il corpicino e le danno un nome, una data di nascita, archiviano quel segno di riconoscimento che certe madri lasciano sulla figlia, forse un giorno per tornare. Una bambina nuova, una tra le tante, un nessuno come un altro, un'ennesima riga di annotazione nei registri.
Le piccole dell'orfanatrofio crescono senza genitori e senza dolore, finche' non sanno .
"Signora Madre" scrive Cecilia in lettere accorate al Nulla, ormai consapevole di essere nata altrove, grave su di lei in ogni istante il senso di abbandono, di solitudine e angoscia .
Signora Madre, pensa con rammarico in ogni momento che trascorre rinchiusa tra i muri di musica e di canto, nello strazio del suo violino che imita le rondini che non ha mai potuto inseguire, nella nota che infrange sulla scogliera le onde mai viste.
Intenso e struggente , Stabat Mater e' un omaggio alle giovani orfane dell'Ospedale della Pieta' di Venezia, dove nei primi anni del 1700 don Antonio Vivaldi insegno' musica alle voci angeliche e alle sottili e leggere dita delle ospiti.
E' un libro delicato che si veste dei semplici, ingenui abiti delle Figlie di Choro recluse loro malgrado tra le mura del destino imposto da lei, Signora Madre.
Buona lettura.
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Può essere una buona segnalazione: non conosco assolutamente l'autore, se non di nome.
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