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Addio amico mio
Anguilla un orfano accudito da semplici contadini, destinato ad una vita di povertà e duro lavoro nei campi, fra le fantastiche vigne delle Langhe piemontesi, decide di andare in America per fare fortuna. Successivamente alla Liberazione torna ai suoi luoghi d’infanzia e gioventù e si incontra con il suo vecchio amico Nuto, questi lo accoglierà e lo accompagnerà alla riscoperta dei luoghi e delle persone del passato. In questo romanzo Pavese va alla ricerca di quel legame che unisce il paesaggio alle persone che lo vivono, va alla scoperta dei perché e i perché le radici possano essere un richiamo così forte, una parte fondamentale di ogni singola esistenza. Cito dall'antologia della critica una frase di Italo Calvino in relazione a questo grande romanzo:
“Ciò che egli cerca non è soltanto il ricordo o il reinserimento in una società o la rivincita sulla miseria della sua giovinezza; cerca il perché un paese è un paese, il segreto che lega luoghi e nomi e generazioni.”
L’importanza che Pavese da hai luoghi è fondamentale, paesi che sono protagonisti al pari dei personaggi, terre che sono vive, non fanno semplicemente da sfondo, sono “persone” vere e proprie. La ripetizione dei nomi dei luoghi: Canelli, Alba, Neive, Calosso, Gaminella, Costigliole e tanti altri sono, a pare mio, la conferma al concetto di territorio come personaggio.
“La prima cosa che dissi, sbarcando a Genova in mezzo alle case rotte dalla guerra, fu che ogni casa, ogni cortile, ogni terrazzo, è stato qualcosa per qualcuno e, più ancora che al danno materiale e ai morti, dispiace pensare a tanti anni vissuti, tante memorie, spariti così in una notte senza lasciare un segno. O no? Magari è meglio così, meglio che tutto se ne vada in un falò d’erbe secche e che la gente ricominci.”
Pavese stesso lo testimonia con questa frase che a mio parere è favolosa e ricca di contenuti.
La storia è ambientata in luoghi tutt'oggi favolosi, che in parte conosco personalmente e che sono legati a tanti bei ricordi, tanti profumi, tanti sapori che non dimenticherò mai. Aria di festa e di vendemmia fra amici, bellissime esperienze passate insieme ad un amico speciale che purtroppo ho appena perso. Per questo motivo ho deciso di leggere questo romanzo, proprio adesso che lui non c’è più. In quella favolosa casa di campagna a Costigliole, paese citato nel libro, lascio un pezzetto del mio cuore, Amico caro ovunque tu sia sarai sempre con me, e questa storia che tanto mi ricorda il nostro legame sarà per me fondamentale.
Addio.
P.s. perdonate la divagazione un po’ triste, ma scrivere in questo periodo mi aiuta.
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Commenti
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Un grande testo, profondo e toccante.
Saluti
Riccardo
Un abbraccio,
Pierpaolo
Hai ragione, mi sono sentito come richiamato da queste pagine. Sono sempre più convinto che la lettura e la scrittura abbiano un effetto benefico, curativo.
Bello il tuo messaggio.
Grazie
Saluti
Riccardo
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Anch'io conosco i bei paesaggi delle Langhe, e in qualche modo gli scritti di Pavese, in particolare le descrizioni del mondo collinare piemontese, mi danno sensazioni che oltrepassano le considerazioni letterarie; pertanto penso di comprendere un po' che cosa stai vivendo.
La mia vicinanza.