Dettagli Recensione
sono solo parole
Per entrare in empatia con il racconto, bisogna superare le prime cento pagine. La lettura risulta pesante e stancante, lo sforzo dell'autore pare sia tutto teso a cercare parole, idee stilistiche, allungamenti infiniti che fanno perdere il filo della trama.
Personaggi tratteggiati minuziosamente e poi abbandonati, descrizioni inutili di animali che quasi irritano il lettore, una leggerezza, poi, non perdonabile ad un autore nel passare dalla prima alla terza persona.
Pensieri che non capisci se appartengano a lui o al personaggio che sta parlando in un determinato momento. Le idee narrative non mancano, ma sviluppate male nei passaggi temporali estenuanti.
Si vorrebbe sapere di più della famiglia Salvemini, cosa pensa Annamaria, il protagonista del libro Michele che entra in scena alla metà del libro, mentre scorrono immagini descritte minuziosamente di falene e formiche e topi. Un brodo allungato troppo per una cottura che non finisce mai. Poche pagine salvabili in cui ritrovare bei concetti. Arrivare alla fine del libro è la priorità, non perché ti appassiona ma perché non ne puoi veramente più.
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