Dettagli Recensione
Top 500 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Un libro feroce ma non troppo
Ci ho messo un po' a interpretare le sensazioni che questo libro mi ha lasciato, non riuscendo neppure a capire bene se nel complesso mi è piaciuto o no.
Lagioia ha talento, questo sicuramente, e lo ostenta fin troppo. Con questo romanzo decide di rischiare: mescola il noir al dramma familiare al romanzo ad impronta giornalistica/di denuncia; utilizza a più non posso flashback, passa continuamente da un piano temporale ad un altro, da un punto di vista all'altro; usa metafore, frasi talvolta contorte, lo stile a volte si fa troppo artificioso, si fatica a seguirlo.
Il tema portante in definitiva è quello della speculazione edilizia, che ha distrutto e continua a distruggere la nostra terra in nome del dio denaro. Lagioia si inventa (ma neanche poi troppo) una storia di pura finzione e tutta privata come quella di Clara e della famiglia Salvemini, per denunciare e raccontare cose reali, ed è un'intenzione nobile la sua. Ma tutto sommato non ci dice nulla di nuovo; e anche la trama familiare che imbastisce, il racconto del degrado morale di una famiglia della buona borghesia, il rapporto tra i due fratelli Clara e Michele, non riescono a coinvolgere e a convincere fino in fondo. Ad una prima impressione, l'opera di Lagioia sembra originale ed ambiziosa; ma quando arrivi verso la fine, ti rendi conto che hai faticato un po' e che in fondo non ti ha convinto davvero.
Il libro comunque si lascia leggere, e io che sono pugliese ho apprezzato particolarmente i richiami, sia in positivo che in negativo, alla mia terra, vera protagonista forse del romanzo. Insomma, quest'opera di Lagioia vuol essere un romanzo di denuncia, vuol raccontare un mondo feroce e spietato, dove la ferocia è capace di travolgere tutto, la terra così come i rapporti tra le persone...eppure a me, quando ho girato l'ultima pagina, ha lasciato addosso un senso di incompletezza e di non totale soddisfazione, che non saprei rendere meglio con le parole.