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Cade la terra
 
Cade la terra 2015-08-08 16:07:07 ferrucciodemagistris
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
ferrucciodemagistris Opinione inserita da ferrucciodemagistris    08 Agosto, 2015
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Fantasmi dimenticati

Qualche attimo prima di iniziare la lettura di questo romanzo, ho dato, come spesso accade, un rapido sguardo alla quarta di copertina dove ha colpito la mia attenzione la parola “abbandonologia”; un neologismo indirizzato, nel sostantivo “abbandonologo”, a chi perlustra il territorio alla ricerca di borghi abbandonati, edifici pubblici e privati in rovina, strutture e attività dismesse (luna park, orti, giardini, stazioni, ecc.), di cui documentare l'esistenza e studiare la storia (da Treccani.it/vocabolario).

Alento è un paesino immaginario del Cilento abbarbicato in cima a una montagna che frana in maniera impercettibile ma costante; l’Io narrante è Estella, una giovane donna con un’infanzia difficile scappata da un convento di suore dove era stata programmata la sua esistenza; si ritrova, per sua fortuna o meno, a diventare precettrice di un adolescente presso una distinta e facoltosa famiglia del borgo montanaro i cui abitanti sono descritti con dovizia di particolari nella più vasta accezione caratteriale e di rango nella piccola comunità.

Gli accadimenti e le storie di ogni famiglia, di ogni elemento, sono raccontati da Estella che mette in luce la durezza della vita, le miserie e i fardelli, oltre agli inevitabili lutti, di tutto un borgo con i suoi dintorni di campagna che viene via via abbandonato dalle persone a causa del pericolo incombente dovuto al terreno franoso che gradualmente annichilisce le case, le strade, le piazze di antica origine; la popolazione, nei decenni, si stabilisce in altro luogo lasciando la sola Estella, che nulla vuol sapere di abbandonare il pur insidioso borgo, quale ultimo baluardo a difesa e guardia delle abitazioni ridotte a ruderi e delle strade sconnesse sempre più divorate dalla forza di gravità cui il terreno soccombe.

Nella sua voluta e desiderata solitudine in mezzo a fantasmi del passato, Estella rivede nella sua mente tutte le persone, la maggior parte morte o sparite, e li fa rivivere secondo uno schema diverso dal precedente reale, in un’atmosfera di poesia che rievoca un benessere mai esistito, un avvenire radioso, gli stenti banditi in un clima dove la prepotenza è sepolta e prevale la giustizia.

Una narrazione che, malgrado possa apparire triste, avvolge il lettore in una sensazione che induce a pensare per quanto tempo ognuno di noi (mi riferisco alla stragrande maggioranza che non sarà menzionata nei libri di storia) rimarrà nella memoria futura prima di cadere ineluttabilmente nell’oscurità dell’oblio.

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Commenti

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che bel commento Ferruccio per questo candidato al Campiello!
Ti ringrazio Silvia; proprio un bel romanzo! Ciao.
Ferruccio
Mi piace proprio, con la parte finale del tuo commento mi hai catturata, sembra un libro di grande spessore.
Ti ringrazio Laura; un libro da leggere anche per le domande che fa emergere. Ciao.
Ferruccio
Bel commento Ferruccio, sinceramente apprezzato. Tra l'altro, ironia della sorte, ho comprato anch'io questo libro e sarà una delle mie prossime letture :-)
Grazie per la tua recensione :-)
Ti ringrazio molto; vedrai che non te ne pentirai. Ciao.
Ferruccio
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