Dettagli Recensione
Il sosia
Numero Zero rappresenta un insegnamento che spinge il lettore a verificare notizie poco certe e a stare più attento a cosa legge.
Sapientemente ambientato nel '92, agli inizi di Tangentopoli - da li a due anni ci sarà l'avvento in politica di Berlusconi - il tutto è raccontato in una pittoresca rappresentazione di una testata giornalistica che si eleva a strumento di disinformazione. Insomma, uno sfogo su come non deve essere un giornale.
E' quasi agghiacciante il linguaggio - volutamente - politicamente scorretto negli ambienti giornalistici, uno fra tutti la discussione sull'omossessualità che viene raccontata in modo irripetibile.
Tutto sommato lo considero un romanzo interessante ma non avvincente. Complotti, dietrologie e falsi miti tirano le file del romanzo al cui contorno c'è una tiepida storia d'amore forse più interessante del sosia di Mussolini.
Mi domando se la verità sia nel mezzo se leggendo Sconsacrato di Jonathan Holt viene citata l'organizzazione Gladio ma attributa alle schiere comuniste.
Infine condivido la considerazione dell'autore in cui dice che alcuni paesi del sud America sono migliori del nostro poiché tutti i traffici sono alla luce del sole e almeno non c'è ipocrisia.