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Lagioia, uno stile vacillante per un libro triste
Confesso che non mi aspettavo molto da un premio strega di cui già si sentono dire cose raccapriccianti, ma da uno che è il glorioso selezionatore della narrativa italiana di minimum fax e che in virtù di tale compito divino pubblica per einaudi, almeno una sintassi esemplare me la sarei aspettatta. Non voglio entrare nel merito citando le frasi del libro che potete tranquillamente sfogliando il libro, ma un adolescente che voglia apparire colto agli occhi dei suoi genitori e amici dei suoi genitori scrive più o meno come è scritto questo libro, ovvero errori nei tempi verbali, pieno di aggettivazioni inutili, forzature che non stanno in piedi, lunghissimi ed estenuanti periodi, masturbazioni frastornanti e inconcludenti, insopportabili parentesi, per poi non dire nulla. Perchè la sintesi di questo romanzo è proprio il nulla, come lo stile di Lagioia che è pretenzioso e noioso, anzi letale. Ogni giudizio positivo credetemi è formulato da amici e di amici o da uffici stampa che viziano il mercato italiano facendo vincere premi inutili a libri inutili come chi li scrive. Non c'è nessuna gioia in questi libri. Buonanotte editoria italiana.
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