Dettagli Recensione
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Mutande in piazza nella Bellano degli anni '30.
Siamo nella Bellano degli anni ’30, l’Italia fascista ha conquistato l’Etiopia ed a Bellano il segretario del partito, Fulvio Semola, vuole festeggiare l’evento con un grande concerto di campane, in attesa del discorso di Mussolini che proclamerà l’impero. Grande agitazione in paese, mormorii, approvazioni e dissensi, perplessità dei regi carabinieri. Così inizia il nuovo romanzo di Andrea Vitali, con Camilleri uno dei più prolifici autori italiani : dove tragga gli spunti non so, ma è certo che i suoi personaggi sono sempre esilaranti, non da ultimo per i nomi (scovati a quanto si dice nei vecchi cimiteri di campagna) che offrono tutto un panorama antico di reminiscenze contadine e letterarie. In questo romanzo ecco apparire Artide, Eudilio, Meme, Redegonda, Verzetta e Orbella (le protagoniste), per non parlare di Oberdania e Cancrena. Venendo al contenuto, tutto ruota attorno ad alcune paia di mutande delle già citate Verzetta e Orbella, rispettivamente moglie e suocera di Eudilio Malversati, un odioso e viscido ispettore di produzione del cotonificio locale che non manca di denunciare inflessibilmente piccole mancanze degli operai ai padroni. Le due donne, in un certo senso trascurate dai rispettivi mariti, se la spassano di nascosto con l’attendente negro che un giovane del paese, di ritorno dalla campagna d’Africa, si è portato a casa. Ed è tutto un susseguirsi di sotterfugi, piccole vendette, incontri, bugie e mezze verità, che alla fine riescono a coinvolgere perfino i regi carabinieri, rappresentati dal maresciallo Maccadò e dall’appuntato Misfatti, già ben noti ai fedeli lettori di Vitali. La lettura scorre piacevole, i personaggi sono come al solito ben caratterizzati, situazioni che sembrano surreali si susseguono a ritmo incalzante, tra mugugni, ripicche e imprecazioni: il burattinaio Vitali tira i fili delle sue marionette con consumato mestiere, suggerendoci che le beghe di paese sono quasi sempre le stesse, pur cambiando tempi, usi e costumi.