Dettagli Recensione
Pathos e struttura: eccellenti
Ho letto questo romanzo sotto insistenza della mia signora. A essere sincero, la copertina mi aveva fatto pensare a un romanzo rosa: niente di più sbagliato.
Io dormo da sola è una storia (quasi) alla Hosseini (ma meno struggente). Attraverso le pagine del diario di Emma (ambientazione temporale: anni Cinquanta/Sessanta) emerge la figura di una grande donna, una che non si sottomette a un marito autoritario. Una donna che sa di dover scoprire i misteri del casale nel quale vive. Un mondo che inspiegabilmente le è ostile. Io dormo da sola è anche ciò che Mattia (l'architetto che legge) pensa di questa donna.
Si alternano due periodi storici: il dopoguerra di Emma e il presente di Mattia. E il finale della storia... è imprevedibile.
Siamo rimasti catturati entrambi dal prologo. Letto quello, non ci si può più fermare. Lo riporto:
Il giorno in cui accettai l’incarico e misi piede per la prima volta in questo luogo maledetto, non immaginavo di trovarmi come una biglia su un piano inclinato, pronto a rotolare verso un precipizio sempre più velocemente.
In quel momento, mentre Carla mi porgeva un grosso mazzo di chiavi, ero ancora in tempo per fermarmi. Ma allora non sapevo a cosa sarei andato incontro e così suggellai la mia fine.
Scusate se non mi sono ancora presentato: mi chiamo Mattia, ho trent’anni e sto per morire.
Geniale!