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La fabbrica di voti
"Posso dire che, per scrivere una cosa così breve, ci ho messo dieci anni, più di quanto avessi impiegato per ogni altro mio lavoro."
"La giornata d'uno scrutatore" è un romanzo breve (o racconto di 84 pagine), così realista, riflessivo e d'impatto che solamente una persona che in prima persona ha provato, sulla propria pelle, quelle emozioni, poteva scrivere.
Il romanzo è ambientato al "Cottolengo" di Torino ("tutti sappiamo la funzione di quell'enorme ospizio, di dare asilo, tra i tanti infelici, ai minorati, ai deficienti, ai deformi, giù giù fino alle creature nascoste che non si permette a nessuno di vedere"), luogo che Calvino ha visitato per la prima volta come candidato del Partito Comunista (1953) e poi come scrutatore nel 1961.
Le immagini e l'esperienza di quelle due giornate hanno segnato tanto l'autore che ha avuto bisogno di metabolizzare quelle emozioni, per altri due anni, prima di creare questo romanzo.
Il protagonista è Amerigo Ormea (alter ego dell'autore) che viene mandato come scrutatore in una sezione del "Cottolengo". Il luogo è per eccellenza una "fabbrica di voti" per la Democrazia Cristiana, dove suore e preti "aiutano" le persone incapaci a votare e in cui Amerigo da buon comunista deve farsi valere.
Questo è un romanzo più di riflessione che di fatti. In una sola giornata, Amerigo si ritrova a dover rivalutare il suo pensiero e a rendersi conto che non è più l'uomo che era al mattino.
"A tutto ci si abitua, più in fretta di quanto non si creda."
Un libro riflessivo, d'impatto e tristemente reale. Un Calvino insolito, che ci racconta la fase di crisi che stava vivendo nei confronti della società e della politica.
Non risulta fra le sue opere principali, ma sicuramente questo libri merita una lettura, anche per leggere bene fra le righe quello che l'autore stava cercando di dirci.
Lo consiglio.
Buona lettura!
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Federica
Federica
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Anch'io ho visitato questo luogo che richiede pietas e umanità, e desta ammmirazione per lo spirito di carità che lo anima. Non può lasciare indifferenti. Calvino penso abbia saputo trasmettere qualcosa di profondo (conosco ovviamente l'Autore, ma non ho letto il libro).