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Il deserto dei tartari
Un libro che lascia un po' l'amaro in bocca... trascorrere la propria vita nell'attesa che qualcosa avvenga, e poi ritrovarsi troppo anziani, stanchi e malati quando finalmente è giunto il momento. un invito a non trascorrere una vita nell'attesa che il destino abbia il suo corso, ma a reagire e a trovare il coraggio di cambiare radicalmente? o forse solo una amara metafora della vita di tutti noi, volta a rincorrere quella speranza (sempre ultima a morire) che un giorno o l'altro dal cielo arriverà quello che infondo stiamo aspettando da sempre?.. difficile a dirsi. il personaggio, senza vizi ma anche senza virtù, creato apposta per non ispirare particolari simpatie, non riesce a cambiare il suo destino, non riesce a lasciare la fortezza, divenuta ormai sua prigione dorata: escluso dal mondo che è andato avanti senza di lui, il solo posto dove può vivere e sperare di riuscire a realizzarsi è là, in quell'enorme costruzione spersa per le montagne, sull'orlo di un deserto ogni mattina uguale...