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Uno con i capelli bianchi
“La tentazione di essere felice” del napoletano Lorenzo Marone è un agile, scorrevole romanzo, che vede per protagonista un comune “borghese piccolo piccolo”, l’ultrasettantenne Cesare Annunziata, un vecchietto sui generis, un po’ diverso da quello che l’immaginario collettivo descrive in genere.
Anziché vegetare come quasi tutti i suoi pari età davanti alla tv, bofonchiando e rimpiangendo, lamentandosi con e dei parenti prossimi, scivolando nell’inevitabile autocommiserazione e deprimendosi in attesa dello scontato epilogo esistenziale, Annunziata della sua veneranda età ne fa invece utile paravento, la erge a posizione privilegiata, ci costruisce un osservatorio senza remore e censure, per riflettere e discettare lucidamente sui fatti e le persone del suo vivere quotidiano.
Vedovo e con due figli più che adulti, il protagonista ammanta le sue osservazioni e le relative considerazioni con cinismo e freddezza, facendosi alibi del rispetto che inconsciamente insorge in chiunque ha a che fare con un innocuo vecchietto.
Per lui la vecchiaia, quindi, è quasi un’età d’oro, un periodo della vita in cui ad un individuo viene spontaneamente elargito da chiunque quel rispetto che tutti cercano di guadagnarsi arrabattandosi per una vita intera. L’età avanzata è quasi una medaglia al merito, un simbolo sacro,un segno distintivo di onore e rispetto, a prescindere dall’individuo in sé.
Cesare Annunziata è quello che si dice “uno con i capelli bianchi”, e perciò degno di apprezzamento e decoro, anche perché sinonimo di innocua e benevola presenza, un po’ dura di comprendonio. Ma dietro l’apparente placidità, il protagonista sa essere lucido e realista, cinico e perspicace: e tratta del proprio figlio, che sa essere omosessuale malgrado il giovane non abbia mai rivelato il suo differente orientamento, ci racconta della figlia, intrigata in una relazione extraconiugale, descrive la gattara del suo quartiere, si sofferma sull’enigmatica Emma, nuova condomino del suo fabbricato, e via così. Con cinismo, forse, ma anche, se non soprattutto, con dolcezza ed affezione. Perché questo non è un romanzo sulla terza età, è invece il racconto della consapevolezza che l’uomo giunge alla felicità solo tramite e con i suoi simili; è un romanzo di compartecipazione, di pietà, di umana compassione, le sole che danno un senso alla propria esistenza. E’un romanzo d’amore, e la tentazione d’amore, di essere felici, non ha età. Non può averne.
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