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Il medaglione dei misfatti
Immaginiamo e deduciamo di trovarci in Inghilterra, forse nella regione del Northumberland; deduciamo, inoltre, che il tutto si svolga in un periodo temporale appartenente all’inizio della seconda metà dell’ottocento…questo perché non sono immediatamente percepibili, anche all’attento lettore, sia i luoghi che il tempo in cui la vicenda ebbe luogo.
Il principale protagonista della storia (e che storia!!) è uno sfortunato ragazzo, Roderick, di circa dieci anni che vive la sua misera esistenza in una locanda malfamata dove, oltre a servire quanto vi è d’alcolico e cibarie varie non certo raffinate, è possibile anche trovare “compagnia” con le donne che allo stesso tempo sono inservienti e qualcos’altro. Roderick è, per l’appunto, figlio di una prostituta che si ammala e muore e lascia solo il povero ragazzo. Sembrerebbe, quindi, una vicenda già esaurita la cui fine è stabilita in relazione al pregiudizio della gente di quel tempo. Ma il destino, come spesso accade, riserva una sorprendente situazione del tutto inaspettata per cui il sentiero da percorrere, precedentemente stabilito in linea di massima, svolta in una strepitosa via lungo la quale è in attesa un’immensa fortuna composta da svariati beni immobili, partecipazioni azionarie, beni voluttuari (arazzi di pregio, dipinti, sculture, pietre preziose, abiti e arredi) e “last but not least” un titolo nobiliare di alto rango sociale.
Ma questa immensa eredità è bramata anche da una miriade di personaggi della più diversa fattispecie: brutti, cattivi, melliflui, imbroglioni, millantatori, suore che di religioso hanno solo l’abito, padroni di losche osterie, tirapiedi, damerini e assassini prezzolati. Tutti concorrono, chi in modo chi in un altro, a mettere mano sul vile danaro per un fine che è sempre lo stesso sin dalla notte dei tempi: vivere di rendita senza aver mai faticato per ottenere tale privilegio.
Per il fatto che il piatto è così prelibato e a goderne il gusto in maniera legittima è proprio lo sventurato ragazzo Roderick, i vari figuri, senza distinzione di sesso e ceto sociale, tentano in tutte le maniere, violente e truffaldine dove la menzogna può considerarsi una virtù, di cambiare le carte in tavola servendosi di numerosi espedienti atti al possesso o alla gestione dell'accattivante tesoro. L’avidità e la cupidigia regnano incontrastate, i personaggi interessati non hanno alcuno scrupolo in merito e venderebbero l’anima al diavolo pur di sottrarre a Roderick ciò di cui è legittimo erede. Un medaglione istoriato sarà l’oggetto per il quale le varie vicissitudini porteranno a delitti inutili per i quali Roderick è più volte, suo malgrado, coinvolto ma alla fine la giustizia, forse divina, metterà tutti gli avvenimenti e avventori al posto che si meritano. Roderick conoscerà, all’età tra dieci e undici anni, l’infingardaggine e la cattiveria della gente ma anche il senso dell’amicizia e la solidarietà e l’aiuto disinteressato.
Un romanzo molto complesso con maglie intricate che sono difficili da dipanare; molte sono le citazioni e gli aneddoti “eruditi” che l’autore invita a conoscere/ricordare al lettore…lettore che è parte in causa in quanto è spesso, metaforicamente, guardato in tralice dallo scrittore che gli rivolge affermazioni in maniera sarcastica e ironica.
Una armoniosa commistione di letteratrua classica tra cui “Capitani coraggiosi”, “L’isola del tesoro”, “Oliver Twist”. Il mio consiglio è leggerlo.
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Commenti
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Ferruccio
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lessi il romanzo lo scorso anno in quanto candidato al Campiello 2014.
un romanzo dalla struttura complessa.