Dettagli Recensione
Cara terra mia
La misteriosa morte di un amico, occasione di vita mancata, riporta Irma, studentessa universitaria, da Bologna a Cividale dove la sua breve permanenza occasionale, benché lì abbia ancora il padre, si trasforma in un soggiorno più lungo e involontario. Il biglietto di ritorno alla sua vita non può essere obliterato prima di un viaggio all’inferno sotto l’ombra della mantella del diavolo che, scomodato ai tempi dell’edificazione del famoso ponte della cittadina, non vuole saperne di lasciare quella amena e selvaggia terra.
Cividale del Friuli, richiamata al lettore per la sua importanza storica- Forum Iulii in epoca romana, primo ducato longobardo in Italia, Civitas Austriae nella marca Orientale dei Carolingi, relegata successivamente dalla sua stessa natura a terra di confine nelle epoche successive, viene caratterizzata abilmente da un suggestivo amalgama di passato e presente. Si fondono dunque nella narrazione tratti caratterizzati da un bieco e sinistro provincialismo, con riferimenti ad un passato che si perde nella storia più recente (fascismo, seconda guerra mondiale, disgregazione della ex-Jugoslavia) per affondare nelle leggende. Protagonisti un diavolo beffato o le krivapete (dallo sloveno kriv = curvo, ritorto e peta = tallone) creature femminili della tradizione orale delle valli del Natisone utilizzate come spauracchio per i bambini allo scopo di tenerli lontani dai pericoli, prima di tutto quelli rappresentati dai luoghi selvaggi, rupi e torrenti, che caratterizzano quelle terre.
La stessa protagonista subisce una sorta di caccia alla strega mentre il passato: una mamma morta in circostanze misteriose, un padre premuroso ma enigmatico, un nonno innominabile, riallaccia i fili col presente scandito da morti violente e frequenti. Dimensione del reale e atmosfere oniriche si mescolano in una narrazione fluida ma finemente narrata il cui valore aggiunto, aldilà dei gusti personali poco inclini al noir, rimangono indubbiamente l’ambientazione e lo stile fine e ricercato.