Dettagli Recensione
A QUALE DESTINO DOVREMMO CREDERE?
“Il destino è quella porta socchiusa da cui ogni tanto puoi sbirciare. E allora vedi che nulla avviene per caso e che tutto ha un senso, anche quando sembra non averlo”.
Anch’io mi sono sforzata, e non poco,a cercare di dare un senso alla storia che avevo appena terminato di leggere ma non l’ho ancora trovato.
Siamo a Londra, dove troviamo Ornella una donna di mezza età che lavora in una libreria chiamata “Italian Bookshop” e che ha avuto una vita alquanto burrascosa e complicata ma che è sempre riuscita a rialzarsi.
Arriva in Gran Bretagna vent’anni prima per dimenticare e lasciarsi alle spalle la vita che aveva e anche suo marito.
Sembra interessante, mi sono detta, ma in questo libro ho trovato veramente poche cosa da salvare, forse solamente la copertina che è indubbiamente molto carina.
Sicuramente l’autore scrive molto bene quindi anche se di per sé la storia non mi è piaciuta sono riuscita o meglio mi sono trascinata fino alla fine. Non si è creata nessuna empatia ne con la protagonista ne con nessuno dei personaggi secondari.
La Patti l’amica milanese o più che altro una sorella per Ornella, sembra aver in tasca la soluzione dei problemi ma secondo me non ha idea di cosa fare per aiutare la donna. In più dovrebbe risollevare l’amica, darle forza invece è sommersa dal pensare ai suoi problemi.
Diego, ragioniere napoletano da poco a Londra, viene assunto per risollevare la libreria ma l’autore tende a sottolineare molte volte la sua bellezza e la sua simpatia, che io tra l’altro non ho ritrovato nella pagine, le sue battute non facevano ridere.
Clara, la collega di Ornella ha da sempre dell’astio nei confronti della donna, si sente ormai più inglese che italiana e ha abbandonato il caffè per il tè. Un personaggio non rilevato.
Bernard, il vicino di casa di Ornella un uomo che non ho capito, ne ho ancora decifrato.
Mr George, un anziano signore che si ritrova da anni nella stessa panchina di Ornella e che ascolta e consiglia la donna nell’affrontare al meglio le sue disavventure. Ama Calvino e ama la lettura, forse l’unica persona credibile della storia.
Ho odiato il fatto che Ornella si sia inventata un’intolleranza alimentare all’origano, originale direte, io penso solo che sia patetico.
Ornella e la Patti ma quanto bevono queste donne?Per tutto il libro sembra ripercorrere il ritornello del “beviamo qualcosa”?
Ma dalla trama sembrava che fosse importante risollevare le sorti della libreria, però questo fatto è del tutto marginale rispetto al raccontare la vita di Ornella e dei personaggi a lei legati.
I temi che si sviluppano sono anche interessanti, ricostruire la propria vita, darsi una seconda possibilità, il passato difficile da dimenticare e da affrontare, l’amicizia e l’amore.
Ma sembra che in questo libro si parte con una storia e poi al capitolo successivo ne inizi un’altra del tutto diversa, non legata per niente alla precedente.
Non c’è un inizio e una fine sembrano dei pezzi buttati là e messi insieme, dove troviamo in tutto il libro una serie di clichè riguardo gli italiani che potevano essere risparmiati.
Mi dispiace molto dire queste cose anche perché ho letto nei ringraziamenti finali che è una storia vera, ma non sono riuscita ad entrare in quello che l’autore ha raccontato e ad affezionarmi ai personaggi, lo avrei voluto fare ma Luca secondo me non è riuscito a coinvolgermi, sebbene ci fossero tutte le premesse possibili.
I personaggi che lui ha creato sono spenti, senza sale, senza qualcosa da scoprire, il lettore non ha stimoli a continuare a leggere e alla fine mi sono chiesta a che destino dovrei credere?
Essendo il primo libro che leggo di questo autore mi sono informata molto su di lui, ammetto la mia ignoranza nei suoi confronti.
Non so effettivamente quale sia il suo stile, che nella quarta di copertina leggo che sia inconfondibile ma che non sembra essere quello che c’è in questo romanzo. Non ho trovato uno stile frizzante o ironico mi sembrava solamente piatto.
Ornella è una donna che ha sofferto molto però non sono riuscita a capirla, a inquadrarla, almeno fino a quando non rivede suo marito. E’ un personaggio che non mi ha lasciato emozioni sebbene avesse avuto una vita veramente difficile,lontano dalla sua famiglia, in un paese straniero ma che ha scelto di cambiare per poter ricominciare.
Una cosa mi ha colpito che la vera Ornella ha detto che la libreria l’ha salvata e quindi doveva salvarla, solo che purtroppo l’attenzione del libro e del lettore andava più verso altre cose, tralasciando l’imminente chiusura della libreria.
Luca Bianchini non è riuscito a creare una storia che ti rimane nel cuore e alla fine del romanzo non ti resta nulla solo che un gran senso di vuoto e spaesamento.
Spero di ricredermi su questo autore e che questo sia stato solamente un libro che io non sono riuscita a capire.
Indicazioni utili
Commenti
3 risultati - visualizzati 1 - 3 |
Ordina
|
Ciao
Alice
3 risultati - visualizzati 1 - 3 |