Dettagli Recensione
Orrore d’altri tempi
“Cari mostri” è un libro poliedrico come il suo autore; nei suoi 25 racconti racchiude una moltitudine di sottogeneri e di storie diverse tra loro, spaziando tra il tragico e il comico e che hanno come unico filo conduttore l’horror. E vi assicuro che tra comicità, paura e mistero, vivrete un viaggio oltremodo piacevole, reso scorrevole dalla facilità di lettura e il buono stile che questo autore ci regala. Badate bene però, qui non si tratta dell’horror che oggi siamo abituati a consumare in tutte le salse; non un horror fatto di splatter, possessioni, fantasmi e roba(ccia) del genere. Assolutamente no, Benni torna alle origini, quando ci si spaventava per storie come Dracula, Frankeinstein, storie in un certo senso più macabre e di maggiore spessore letterario, ma meno disturbanti per lo stomaco. Questi racconti sono un mix romanzato di ciò che più ha spaventato gli uomini nei secoli passati, e di ciò che lo spaventa oggi, nel mondo reale.
Ebbene sì, perché i “mostri” non sono necessariamente mostri viscidi e tentacolosi, vampiri, mummie o crudeli assassini. Mostri possono essere le tasse che oggi come oggi ci perseguitano in tutte le forme possibili, peggio di un essere polimorfo; possono essere gli innumerevoli account, password, numeri, iban che ci tengono prigionieri e senza i quali a questo mondo non saremmo nessuno; possono essere gli apparecchi tecnologici dei quali ormai siamo schiavi.
Mostri possiamo essere noi stessi.
Perciò, nel tragitto che seguiremo tra i racconti di questo libro incontreremo mostri di ogni specie, da quelli tradizionali e spaventosamente orribili, a quelli che noi stessi ci siamo creati e che se continuiamo di questo passo ci troveremo ad affrontare, astratti e non.
Ci troveremo di fronte bestie mangiatrici di uomini; alberi maledetti; mummie egizie; teenager capaci di uccidere per un biglietto del concerto dell’ultima boy band in voga e vampiri che preferiscono ridursi a un mucchio di cenere piuttosto che avere a che fare con Equitalia.
Infine, nota lieta, ci troveremo di fronte al tributo dell’autore a dei grandi uomini realmente vissuti, dei quali racconta la tragica fine, ovviamente romanzandola e immaginandone i risvolti, adattandoli all’opera che ci presenta. Uomini come Michael Jackson ed Edgar Allan Poe. A quest’ultimo soprattutto probabilmente Benni ha sentito di dovere un tributo, perché è al maestro indiscusso dell’orrore d’altri tempi e alle sue opere che, in parte, questa sua ultima fatica è ispirata.
"Si, forse la vita è questo. Si procede tra normalità e paura, e si aspetta ogni volta di tornare alla nostra dimora, di trovare un po’ di quiete, un rifugio. Magari salendo le scale di casa verremo presi dall’angoscia, avvertendo che il dolore ci ha seguito fino lì. Comunque sia, è un inferno che conosci. Ed è meglio di quella nebbia spietata, meglio di non vedere nulla, meglio della solitudine dei nostri passi."
Indicazioni utili
Dracula.
Frankeinstein.