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La durata infinita di un attimo di tempo
In un luogo lontano e indeterminato e in un'epoca storica che scavalla presumibilmente tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, vive una particolare Famiglia i cui nomi dei componenti non è dato conoscere: sappiamo solamente che si tratta del Padre, della Madre, del Figlio, della Figlia e dello Zio. A far parte della Famiglia, entra ben presto la Sposa giovane, una diciottenne pronta già da tre anni alle nozze con il Figlio che dovrebbe tornare presto dal suo viaggio in Inghilterra per gestire alcuni affari dell'azienda di famiglia. Inizia così un momento d'attesa dalla durata incalcolabile e tendente all'infinito in cui i vari personaggi combattono strenuamente contro l'inesorabile (tra)scorrere del tempo e contro la morte, che può giungere sorniona senza il benché minimo preavviso. E non è affatto detto che tutti riescano a salvarsi.
Circondati da un ritmo pulito, cadenzato e musicale, che crea un'atmosfera perennemente sospesa fra il soffice e il surreale, ci si trova di fronte a un nucleo familiare che sfugge totalmente a qualsiasi standard oggettivo: perchè, oltre al terrore del passare a miglior vita durante la notte - poiché tutti i membri deceduti lo hanno sempre fatto ben lontani dalla luce del sole -, la Famiglia aborrisce la lettura, considerando l'esistenza già di per sè completa e soddisfacente, e tutto ciò che sfugge alla pura e maniacale razionalità. 'Ne risultava una sorta di ordine dinamico che, in famiglia, si considerava impeccabile.', dove la voce narrante è, in una sorta di 'elegante rassegnazione', protagonista di uno schizofrenico andirivieni dalla terza alla prima persona (e viceversa) sia dell’autore esterno onnisciente sia dei personaggi che rende la lettura tanto complessa quanto virtuosa e innovativa, mentre 'Nell'aria [...] aleggiavano pensieri lasciati a metà, ricordi incompleti, illusioni da perfezionare e poesie senza finale'.
Come in un movimento d'Avanguardia istrionico e innovativo, pagina dopo pagina si ricerca la costruzione di un "sublime metafisico" accostando gomito a gomito sia frasi impegnate e impegnanti sia proposizioni giocose e frivole, sempre avvolte in una paratassi (in)controllata dalle sfumature ossessive ed esasperati.
In fondo "In un'ultima mossa splendida del corpo, o umiliante, si muore. Tutto il resto è una danza inutile, resa memorabile da ballerini meravigliosi".
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