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La triste saggezza di un attore comico
Di Charlot ricordo alcune scene di interpretazione nei suoi maggiori film quali Il Grande Dittatore, e Tempi moderni; inoltre quale regista e anche protagonista di “Luci della ribalta” con l’impareggiabile Buster Keaton.
Ho voluto, quindi, leggere questo romanzo in cui l’autore, Fabio Stassi, rappresenta il grande Charlie Chaplin nella stesura di una lettera indirizzata al suo giovane figlio Christopher, avuto alla veneranda età di oltre 70 anni, in cui descrive la sua biografia romanzata e aneddotica dall’infanzia fino a un attimo prima che la Morte, anch’essa protagonista nella trama, lo vada a trovare la vigilia di Natale, nella sua casa in Svizzera, per accompagnarlo nell’ultimo ineluttabile viaggio dopo che lo stesso attore comico è riuscito a posticipare tale appuntamento per ben sei anni grazie a un “simpatico” patto stipulato con la vecchia Signora consistente di rimandare ogni volta di una anno la data finale qualora l’avesse fatta ridere (sic).
In questa lettera, da considerare quale testamento spirituale, Charlie Chaplin racconta la sua strabiliante vita con tutte le sue variegate sfaccettature dalla povertà al successo; descrive in maniera particolareggiata i vari mestieri che ha svolto e l’abilità di passare dall’imbalsamatore, al vetraio, al tipografo e all’incassatore di pugni nella boxe dilettantistica e a scommessa, prima di varcare la soglia dell’allora neonata arte cinematografica. La lettera è ammantata da pillole di saggezza su come comportarsi nelle circostanze sfavorevoli e sulla caparbietà di riuscire negli intenti con sacrificio e fiducia in se stessi. Molto suggestivo l’incontro con Stan Laurel, della famosa coppia comica Stanlio e Ollio, con il quale attraversa l’oceano Atlantico su un piroscafo che li porta in America nella prima decade del XX secolo.
E’ una lettera piena di particolari, all’apparenza, insignificanti, ma che raccontano i lati più profondi dell’interiorità del grande Charlot la cui comicità è basata su un meccanismo sovversivo, con il trucco di far apparire il mondo rovesciato dove il debole e l’emarginato abbiano sempre la meglio; tutto il contrario di ciò che realmente accade nella vita.
Un libro che trasuda tristezza anche nella gioia di vivere e di andare avanti senza farsi trascinare dallo sconforto; come il pagliaccio del circo che deve far ridere la platea nonostante abbia l’animo distrutto. Uno stile elegante che commuove e che ci induce a pensare qual è la felicità! Forse nelle piccole cose di ogni giorno che passano inosservate in quanto di routine…le ricordiamo, poi, con una punta di nostalgia quando intraprendiamo il sentiero che non ha ritorno.
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Ferruccio
Ferruccio
Ferruccio
Ferruccio
Ho scoperto il giovane Stassi proprio con questa lettura e mi colpì per la sua maturità stilistica.
in merito al contenuto, sicuramente vi è sotteso un grande lavoro di ricostruzione e verosimiglianza alle reali esperienze di vita del grande Chaplin.
Ferruccio
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