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Tommaso e il fotografo cieco
 
Tommaso e il fotografo cieco 2015-05-11 14:09:10 P.P.
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
P.P. Opinione inserita da P.P.    11 Mag, 2015
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Calembour

Un sopraffino calembour di elucubrazioni che ostentano un fittizio autobiografismo si potrebbe dire di quest'opera, cercando, senza pretese, di imitare l'inarrivabile gioco linguistico di Gesualdo Bufalino. E' proprio un curioso gioco, quello che, fin dalle prime parole, stupisce e spiazza inevitabilmente uno sprovveduto lettore (quale sono stato io, almeno in partenza).

Un gioco linguistico in primo luogo, fatto di aggettivi incastonati con inusitata naturalezza, in periodi barocchi, lanciati in rocambolesche acrobazie tra metafore, anastrofi e figure retoriche d'ogni specie. All'inizio ci si può scoraggiare leggendo, ad esempio, o meglio cercando di sillabare le parole «In verità i sogni sono solo manteche, truccherie e specchietti per allodole di primo volo. Il caos, mettitelo bene in testa è polvere negli occhi: un velo paradosso che dissimula le sublimi ascisse e ordinate dell'universal simmetria...». Eppure ci si accorge di come anche i più assurdi giochi di parole dell'autore, abilmente controbilanciati dal grezzo sermo cotidanus, appaiano a poco a poco sempre più limpidi e agevoli, con una certa soddisfazione da parte del lettore, non lo nego.

Ecco, l'immensa abilità di Bufalino è di scherzare con le parole, plasmarle, mischiarle, eloquenti commistioni di rifermenti e citazioni di varia natura (che testimoniano la vastissima cultura dell'autore), adagiati tra le righe, come accattivante sprone per il lettore.

È in questo modo che Bufalino introduce, sotto forma di memorie autobiografiche le storie dei suoi altisonanti personaggi, primo fra tutti il narratore, attore e spettatore del racconto, Tommaso Mulè, un tempo giornalista, con ambizioni di scrittore, disilluso dalla vita urbana, ora ritiratosi a vivere nello scantinato di un mostro di mattoni lasciato a metà, in periferia, come factotum dell'amministratore di condominio. «E poi? E con ciò?» domande come queste hanno portato il buon Tommaso ad abbandonare tutto ciò che ci è più caro, per cristallizzare la sua esistenza in uno scantinato senza tempo, cogliendo del mondo piccoli assaggi, scarpe, gambe, ginocchia attraverso un piccolo oblò che sporge sul marciapiede. Le sue avventure, o disavventure che dir si voglia, lo portano a riprendere un quasi coatto legame con la realtà, al di fuori del bizzarro condominio di Flower City, che avrà esiti plateali o forse nessuno, sulla sua distaccata esistenza.

Continua il gioco di Bufalino-Tommaso, che entra ed esce dalle situazioni in cui si trova, con disinvoltura, spettatore e attore di una stravagante commedia, o tragedia, pantomima che alterna ora il grottesco o l'assurdo di Bulgakov e Dostoevskij, ora le atmosfere di Sciascia, fino all'insospettabile epilogo. Una perfetta orchestra, che pur raramente eccede in ostentati eccessi, ma che risulta, alla fine, stupefacente.

«La mer, la mer, toujours recommenceè»

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Commenti

6 risultati - visualizzati 1 - 6
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Ciao Giuseppe. La tua analisi è molto interessante. Dunque, in questo libro l'artificio acquista naturalezza; ciò è un grandissimo complimento per uno scrittore. Devo però dire che l'unico libro letto dell'autore mi ha lasciato un retrogusto di incompleta autenticità. E' ovvio che, per conoscere uno scrittore, occorre leggere più testi.
In risposta ad un precedente commento
P.P.
11 Mag, 2015
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Ciao Emilio. Anche per me questa è l'unica opera letta di Bufalino (sebbene abbia intenzione di leggerne altri) quindi il mio giudizio, non è ovviamente assoluto sull'autore, ma limitato a ciò che ho letto. Circa l'autenticità sono giunto alla conclusione che l'autore, che ostenta questi mirabolanti artifici, si appresti subito a metterli a nudo, è come se dopo aver fatto un trucco di magia, spiegasse passo passo il prestigio, provocando la disillusione nello spettatore/lettore. E' forse per questa che si sente quell'incompleta autenticità, che anch'io ho percepito a volte, proprio perché l'autore spoglia i suoi giochi di prestigio, mostrandone l'artificiosità, la "falsità".
siti
11 Mag, 2015
Ultimo aggiornamento:
11 Mag, 2015
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Interessante e il commento e la segnalazione.
Laura
In risposta ad un precedente commento
P.P.
12 Mag, 2015
Segnala questo commento ad un moderatore
Grazie Laura, assolutamente consigliato.
Rollo Tommasi
12 Mag, 2015
Ultimo aggiornamento:
12 Mag, 2015
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Bella segnalazione... Bufalino è un autore difficile quanto interessante. Non ho letto questo libro ma "Diceria del'untore" e "Le menzogne della notte". Mi permetto di consigliarli entrambi. Chi ha letto "Argo il cieco" dice che è un'altra notevole opera.
In risposta ad un precedente commento
P.P.
19 Mag, 2015
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Grazie per le tue segnalazioni, avevo intenzione di leggere qualcos'altro di Bufalino e d ora so cosa:
6 risultati - visualizzati 1 - 6

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