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Le ali per volare
Siamo lontani dalla bellezza de “Il dolore perfetto”, tuttavia la storia raccontata da Riccarelli in “Comallamore”, è un piccolo spaccato di Italia.
Riccarelli ama il passato, la vita, i costumi, le singole storie che assurgono a volto della Storia del nostro paese.
Come la storia immortalata tra queste pagine: la storia di una famiglia, di un figlio, di una generazione, di buoni e cattivi, di sani e malati, in un'Italia piagata dalla guerra.
I personaggi dell'autore camminano sempre sul leggerissimo filo che divide realtà e fantasia; sono esseri che soffrono, sono dei vinti che cercano e trovano uno stelo d'erba verde in mezzo alla desolazione del deserto. Sono corpi e sono anime, disegnati in un dualismo che si scinde e si fonde.
Lo stile narrativo di Ugo Riccarelli è un “marchio di fabbrica” originale, dove la scrittura suggestiva ed evocativa è utilizzata per colorare i volti dei personaggi, donando loro le ali per evadere dalla costrizione del mondo reale, del quotidiano.
I protagonisti sognano e sperano fino in fondo in un mondo nuovo in cui potersi realizzare e abbattere le barriere del destino avverso.
Il romanzo è breve, l'intreccio narrativo è semplice, a tratti l'intensità è sfumata, tuttavia i volti tratteggiati piangono e sorridono con genuinità di sentimenti ed emozioni.
Un romanzo apparentemente leggero, ma il segreto dell'autore è quello celare temi forti sotto vesti delicate.
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