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Il corpo umano a brandelli, insieme alla sua mente
Bello. Uno di quei libri che non riesci a smettere. E l'ultimo 40 % (mi sono munito di tavoletta elettronica pure io, e ora non vado più a pagine, ma a percentuali) me lo sono fatto seduto in un bar impossibilitato dal muovermi e credo di aver avuto in più punti anche espressioni che a guardarmi dal fuori si saranno chiesti se stessi male, i proprietari intendo.
Il libro unisce, come già più volte detto da altri, la storia, e la crescita (crescita no, implosione? Sbriciolamento?) , di diversi personaggi dal prima al dopo l'attraverso di una valle in Afghanistan, la valle delle rose, per portare degli sfigati camionisti locali sulla Ring road, unica strada asfaltata e 'sicura' del paese. Una valle che incrinerà per sempre, ma in modo molto diverso, il loro mondo interno, trasformando quelle che prima ritenevano certezze, nella classica polvere.
I pensieri che caratterizzano ogni personaggio sono narrati da un punto di vista esterno, asettico e implacabile, mi hanno ricordato le analisi psicologiche dei maestri scrittori russi, rivisitati però in chiave moderna, più leggera, sostenibile. Più scorrevole.
Una domanda mi tormenta: come si può descrivere una guerra, un'azione militare, senza averla vissuta? Come ha fatto Giordano a scrivere di questo? È stato là? Non credo di volerlo sapere, forse sarebbe anche facile leggendo la sua biografia. Ho sempre creduto, senza averne però le prove, che gli unici libri a lasciarmi dentro scosso, a coinvolgermi veramente, fossero quelli a forte carattere autobiografico, magari non esplicito, non esposto, ma con emozioni descritte dai personaggi vissute almeno in parte in prima persona da chi le scriveva. Ora ho il dubbio, forte, di essermi sempre sbagliato.
In quella valle in qualche modo ci sono finito, non so come, pure io insieme ai protagonisti. E ora che ne esco, chiudendo il tablet (che visione romantica vero?) la mia vita ovviamente è rimasta uguale, a differenza della loro, ma la nausea per la tensione mi è venuta sul serio.
Il tenente Egitto sempre chiuso nel suo mondo interiore (una stanza senza vie d'uscita), il maresciallo ex gigolò René, il soldato sbruffone e troppo sicuro di sé Cederna. Sono stato un po' di tutti loro. E io odio, ho sempre odiato, la guerra.