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Pennellate di ricordi
Romanzo introspettivo, forse anche un po’ autobiografico, chi lo sa. E’ strutturato con due registri linguistici diversi: uno per i capitoli in cui il protagonista parla in prima persona, l’altro per i capitoli in cui l’autore si rivolge direttamente al protagonista e questa scelta è forse l’aspetto del libro che ho più apprezzato, perché crea vicinanza tra il lettore e l’uomo che è al centro della storia. E’ un libro denso di ricordi, che si presentano come tante successive pennellate, ben collegate tra loro, a volte nitide, a volte sfumate in una nebbia che rende questa lettura lenta. Forse anche un po’ troppo, perché a tratti può anche essere noiosa. E’ un libro che offre spunti di riflessione anche perché tanti ricordi sono legati al mondo della scuola e questo permette di pensare agli innumerevoli stimoli che questo mondo offre ai ragazzi. E’ un libro che alterna passato e presente e racconta di tanti incontri significativi, con il fratello, con sconosciuti, con amici ritrovati: una delle parti migliori è l’incontro, casuale, con Stefania, che rinfresca la lettura dando un senso di nuova ed inattesa familiarità. In tutta questa nebbia di ricordi colpisce una frase, in cui mi riconosco e che sembra un controsenso rispetto a come è impostato il libro: “Non guardate indietro, ci siete già stati”. Ed il finale riapre le carte e guarda, finalmente, al futuro, qualunque esso sia.
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Commenti
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Federica
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Per me questo libro ha segnato il mio esordio come qredattrice in questo sito..già terminato peraltro...purtroppo...quindi ho quasi un legame affettivo con esso e bei ricordi.
Ciao, Pia