Dettagli Recensione
Dovrebbe entrare con merito nei programmi scolasti
Non sono davvero all'altezza di spiegare ciò che ho letto, sfugge a qualsiasi mia possibilità.
Ho immaginato il vecchio olmo in cima al paese, le donne curve che salgono la china sotto il peso delle gerle, il banditore col suo corno latore di buone nuove... e poi l'edera che colonizza le crepe, gli scuri che resistono sull'ultimo cardine. Ad Alento c'è più vita di quanta se ne possa immaginare, chiudi gli occhi e comincia ad ascoltare... col cuore.
Ho lasciato scorrere le pagine per giorni, come scorrono le gocce sulle foglie durante un temporale, portandosi dietro i pensieri di chi le osserva, prendendo tutto il tempo di cui ha bisogno. Cinque giorni per un romanzo che si potrebbe leggere in due sere. Ho cercato di metabolizzarlo il più possibile senza mai riuscire a "domarlo". Adoro quando un romanzo diventa un viaggio introspettivo, quando mette alla prova tutto il mio modo di leggere e assorbire. Leggendo i ringraziamenti ( vi assicuro che sono un romanzo nel romanzo!), mi ha colpito molto l'ammirazione dell'autrice per Il giorno del Giudizio di Salvatore Satta, romanzo letto già due volte e ancora non dipanato del tutto. Questa citazione mi ha fatto molto riflettere su Cade la terra, sullo schiudersi e richiudersi a tratti, come farebbe un fiore dall'alba al tramonto. Dietro le storie degli abitanti di Alento, c'è molto, molto dell'animo umano, del suo vivere e morire, dell'egoismo emotivo di chi resta e del senso di liberazione di chi se ne va. Ci sono dei passaggi che ho riletto più volte, perchè sono così incisivi e profondi da far riflettere e forse spaventare chi, non si rende davvero conto di quanto rimaniamo avvinghiati a ciò che resta di chi abbiamo perso. Allora ho visualizzato l'edera, capace di colonizzare pietre, ruderi, fessure sui muri, caparbia, resistente alla mutevolezza del tempo e dell'ambiente. Molti di noi sono come quell'edera, altri sono come i fili d'erba tra i sassi... la prima resiste a oltranza, gli ultimi vivono e muoiono a seconda delle stagioni. L'edera è quella pianta che vive dove tutto è, o sembra abbandonato, non si capisce dove prende ciò che la sostenta, ma caparbia vive e si attacca, come fanno le persone che restano e sopravvivono dopo aver perso una persona cara. Quante similitudini in questo romanzo, quanti passaggi nei quali trovare molto delle nostre esistenze. Ho provato a chiudere gli occhi, immaginare Alento o qualsiasi altro paese abbandonato, ho immaginato di amplificare i sensi, ho sentito le cicale, le fronde degli alberi pettinate dal vento, qua e là una pietra che cade, uno scuro che cigola sul cardine, una porta che lievemente scricchiola.
Cade la terra è una possibilità di fermarsi, rallentare, pensare e ricordare. Mi vengono in mente davvero tanti pensieri ed emozioni, dalle più fisiche alle più introspettive. Forse perchè mi rendo conto che ci vuole davvero tanto tempo per lasciare andare chi si ama e non c'è più, e allora ci si attacca morbosamente alle sue cose, per anni, fino a quando non si fa propria la consapevolezza che non si smette mai di amare perchè non si smette mai di ricordare, e così diventano superflue le cose materiali, ma rimangono i ricordi su cui fare affidamento. Alento è il luogo dove vivi e morti si confondono, dove l 'autrice è magistralmente riuscita a portare i suoi lettori, divenuti affascinati viaggiatori con la possibilità di sbirciare dentro questa o quella casa, e percepire i passi, gli odori i rumori della quotidianità, fuori da qualsiasi tempo. Le vite di Estella e di Marcello, della famiglia Parisi, di Maccabeo, animano il borgo di vita vera o presunta, sospendendoci in una dimensione dalla quale è difficile accomiatarsi, assetandoci con le loro storie che si intrecciano in modo indelebile con la stessa essenza del luogo.
Leggere e visualizzare la piazza di Alento, con l'olmo che ha visto passare sotto di se intere generazioni di abitanti, con le loro miserie e i loro affetti. Entrare in casa de Paolis e cercare di carpire attraverso un gesto e uno sguardo i pensieri dei suoi abitanti, i loro più intimi segreti, attraverso le magistrali parole di Carmen Pellegrino.
Dentro questo romanzo ci sono innumerevoli messaggi, quelli legati al fascino dei paesi abbandonati dove, chiudendo gli occhi si può giocare a immaginare gli abitanti affaccendati nei loro mestieri quotidiani, quelli legati alla vita e alla morte, allo scorrere inesorabile del tempo come scorre la terra sotto le case di Alento, alla caparbietà con la quale i vivi trattengono il ricordo dei propri morti.
Cade la terra è un romanzo che scava nell'animo umano, sfuggente quanto basta da necessitare di essere letto e riletto, perchè capace di lasciare nel lettore ogni volta qualcosa di potente e diverso. Ogni lettore troverà in queste righe qualcosa di personale.
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Commenti
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Carmen Pellegrino che ho conosciuto personalmente è una ragazza giovane ma con una testa che spaventa per i suoi contenuti... che poi ha marginalmente trasmesso nel suo romanzo d'esordio che è difficile da spiegare a parole...
Grazie per aver condiviso la tua ammirazione per Satta!!!
Un saluto e grazie a te.
Laura
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Laura