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Lei, lui e la Piu' Bella
Nell'aria greve di nebbia novembrina, umida e fitta ma incapace di intaccare lo splendore della Piu' Bella, il rapido delle ore dodici sbuffa rallentando al binario quattro di Venezia.
Scende lei, elegante in quella mise che non attira l'attenzione, studiata per mediare fascino e ricchezza in nome di prudenza che soffoca ostentazione.
Lui la sta aspettando, una manciata di anni in piu' e quell'indole geniale incompresa ed ovattata.
Erano marito e moglie un tempo, lo sono ancora , chissa' per quanto tempo lo saranno se una promessa d'amore persiste in chi sopravvive, al di là della vita, al di là della morte.
Pubblicato nel 1971 come dialogo diretto così come era stato concepito per il medesimo film, esso attiro' su Giuseppe Berto una serie di critiche e una scarsa attenzione del mercato. In seconda riedizione, l'autore ripropose il testo amalgamandolo alle didascalie, in modo da creare un piccolo romanzo. Direi che la rielaborazione si avverte, l'effetto narrativo e' sufficientemente piacevole ma quegli inserti tra i dialoghi hanno un tintinnio metallico, macchinoso.
Se l'approccio d'inizio non e' fenomenale e le prime pagine rasentano la banalita' ritrita ( ma magari allora non lo era) , con lo scorrere il racconto acquisisce approfondimento psicologico e tragicita' che volumizzano la trama, la rendono piu' spessa ed emozionale.
Signora d'eccezione ovunque, non sono molte le righe dedicate a Venezia , vista anche la brevita' del testo. Eppure le poche descrizioni sono vivide, intense, scenografiche e sensoriali, con Anonimo Veneziano Berto riesce a rievocare la presenza della Piu' Bella Del Mondo anche solo con un accenno. Venezia c'e'anche durante i silenzi : magnifica, unica, magica, preziosa.
Da leggere in un giorno cupo, intriso di quella stessa nebbia che si fa pioggia e pioggia che si fa mare e mare che lucida i marmi e i lastricati di Venezia, che della decadenza ne fa vezzo.
Anonimo Veneziano, in Re Minore per oboe ed archi rende giustizia alla grandezza della citta' sirena, mezza palazzi e mezza mare,mentre un artista sconfitto suona l'ultimo concerto. Nota dopo nota, la morte di un uomo solo, di una citta' che non puo' essere immortale, di particelle di uomini anonimi che insieme vestono l'anima meravigliosa di Venezia stessa.
Buona lettura.
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Commenti
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Comunque e' un libretto che implica una serie di altre azioni, anche io ho riascoltato piu' volte la musica e sfogliato vitualmente vecchie foto in bianco e nero.
Se non si fosse capito tra l'altro, Venezia e' la mia citta' preferita :-)
Le azioni implicate le ho compiute tutte, adesso mi manca soltanto di scrivere il commento (naturalmente partendo per la tangente, come la combinazione di parole, immagini, musiche, nebbia, amore, senso della vita e morte impongono...).
Tranquilla, si è capito che Venezia è la tua città preferita (e forse si è capito che anch'io spasimo per l'unicità di una realtà che ha le strade piene d'acqua, odori che sono miasmi, colori che sono acquerelli, cielo che è atmosfera, automobili che sono barche, un mare che è laguna e lascia affiorare barene e palizzate sulle quali gli uccelli possono appollaiarsi). :-)
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da come ce la descrivi sembra un'opera un po' particolare ma meritevole