Dettagli Recensione
Le sultane di Marilù Oliva
Incuriosita da una bella recensione letta su questo sito, ho deciso di leggere questo romanzo, ma a posteriori non lo rifarei. Riconosco alla scrittrice delle buone doti di scrittura, ma il libro non mi è piaciuto. È la storia di tre donne anziane che vivono nello stesso palazzo e che sono in un certo senso le regine dello stesso: ognuna con problemi tipici dell'età vetusta, si porta appresso i lutti e le disgrazie a cui la vita l'ha costretta. Come quasi tutte le persone anziane suscitano indifferenza nelle persone che vivono accanto a loro; è un po' come se fossero invisibili a un mondo perfetto, incarnato dalla gioventù, dalla salute e dagli eccessi. Alla fine ciascuna di loro rompe il tabù che la contraddistingue, sfidando il destino e ribaltando la propria esistenza. Raccontato così potrebbe essere molto interessante e ricco di spunti (e in alcune parti lo è), ma per il susseguirsi dei fatti realmente raccontati lo trovo in molti punti veramente eccessivo e nauseante. Non scatena in me nessun tipo di riso o di divertimento, ma solo pietà verso la loro disperazione.
Voglio, però, sottolineare un paio di frasi che mi sono piaciute:
"... da giovane non te ne accorgi, ti illudi che sia ancora tutto possibile, perché idealmente puoi fantasticare di insaziabili orizzonti"; "la vecchiaia mi ha insegnato che le occasioni perdute difficilmente ritornano".
A chi è indeciso sul da farsi, non lo consiglio.
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«Cosa resta di tutto il dolore che abbiamo creduto di soffrire da giovani? Niente, neppure una reminiscenza. Il peggio, una volta sperimentato, si riduce col tempo a un risolino di stupore, stupore di essercela presa per così poco, e anch'io ho creduto fatale quanto poi si è rivelato letale solo per la noia che mi viene a pensarci. A pezzi o interi non si continua a vivere ugualmente scissi? E le angosce di un tempo ci appaiono come mondi talmente lontani da noi, oggi, che ci sembra inverosimile aver potuto abitarli in passato.»
Non so se leggerò il libro, ma ti ringrazio per avere evocato un mio ricordo assopito.
Un saluto, Loris